sabato 24 luglio 2021

Recensione: "Il mistero di Poggio Ortica" di Francesco Ramilli.

Un libro per i più piccoli e non solo! La storia di Francesco Ramilli ci entra nel cuore e ci fa capire molti aspetti della società odierna. Grazie alle illustrazioni di Rachele Aragno sembra di star vedendo un film sul piccolo schermo. La penna dell'autore ci aprirà gli occhi, e il mondo che ci circonda non sarà più com'era prima. 


IL MISTERO DI POGGIO ORTICA
Francesco Ramilli

 

Editore: Il Castoro 
Formato: Copertina Rigida
Prezzo: Rigido 13,50€ 
Pagine: 177
Trama: Nel villaggio di Poggio Ortica tutti vivono in pace. Vernon il Volpone scrive poesie e sogna grandi imprese, Adele l’Anatra si prende cura dei suoi anatroccoli, e il Comitato veglia su ogni cosa. Presto ci sarà la festa più attesa dell’anno, e fervono i preparativi. Ma un delitto improvviso sconvolge i piani: Roger il Rospo è stato ucciso! Serve un’indagine approfondita. E due coraggiosi detective: chi meglio di Vernon e Adele? Ci vorrà tutto il loro coraggio per risolvere il caso... e per affrontare un nemico molto più pericoloso del previsto.

Il romanzo ruota intorno agli abitanti del villaggio di Poggio Ortica. La loro routine e tranquillità verrà sconvolta da un terribile omicidio, ma tutto ciò condurrà a una scoperta ben peggiore. Qui si uniscono due personaggi, i quali diverranno i principali per tutta la storia: Vernon Il Volpone e Adele l'anatra. 
Vernon è un sognatore, non c'è cosa che lo ispiri o che lo porti a sognare ad occhi aperti una realtà che esiste solo dentro di sè. Una personalità leggera, in cui si denota un'attenzione non indifferente per le arti. 
Adele invece è una mamma "chioccia", farebbe di tutto per i suoi piccoli anche se il mondo che la circonda la terrorizza. In lei si denota un'iniziale diffidenza nei confronti del Volpone, ma è solo dettata dalla paura e dai misteri che si stanno impadronendo di Poggio Ortica. 
Pensare che un'anatra e una volpe collaborino insieme è surreale, anche perchè noi tutti conosciamo la catena alimentare della natura. Uno è un predatore e l'altra la pedra, ma c'è qualcosa che spinge questi animali ad essere umanizzati. 

Infatti l'autore non ci fa pesare il concetto animalesco, anzi ci fa proprio vivere i personaggi come se fossero delle persone. Gli animali di Poggio Ortica si comportano come gli uomini, istituendo il loro villaggio e creando la loro nicchia. 
Ma oltre quel muro, che li spaventa tanto, c'è qualcosa di più e che nessuno riesce ad oltrepassare a causa del terrore che prevale. Ma quali insidie nasconde? Forse qualcosa che è stato celato per molto tempo o semplicemente il tutto è idealizzato?

«I cavalieri combattono i draghi solo per scoprire che i draghi sono dentro di loro.»
 La psicologia dei personaggi non può far altro che farci sorridere durante la lettura. Ammetto di essermi ritrovata, e soprattutto rispecchiata in Vernon il Volpone. Come se quest'ultimo evocasse il nostro Io più intimo, quello assopito e che non lasciamo che occhi indiscreti lo possano vedere. 
Gli animali all'interno del romanzo sono stereotipati, basti pensare ad Adele la quale è sempre in apprensione per i suoi piccoli e ovviamente in natura l'anatra cerca sempre di salvaguardare la sua prole. Ma c'è chi riesce a rompere questi stereotipi, infatti se inizialmente ci sembreranno dei personaggi statici nel corso del romanzo si avrà un'evoluzione.
Un incremento di personalità e determinazione in Vernon e Adele, i quali non soltanto infondono fiducia e speranza ma anche forza. 

Le descrizioni dell'autore sono minimali, ma ci fanno immaginare il villaggio e la quotidianità di  ogni personaggio. Sicuramente ho apprezzato le descrizioni emozionali, dove la paura verso l'ignoto spinge a compiere atti di coraggio. 
Sicuramente un insegnamento per i più piccoli, i quali dovrebbero essere invogliati a sfidare sè stessi in ogni situazione. 
Altra componente presente nel libro è sicuramente il concetto di: essere. Niente e nessuno può cambiare ciò che siamo, forse potrà mutare la nostra visione del mondo ma ciò che siamo sarà insito dentro di noi fino alla fine. 

«Il lieto fine dipende da come scegliamo di agire.
Ci sono storie buone e storie cattive.
Non sono tutte uguali.»
La narrazione è semplice e lineare, anche se ho trovato un po' di lentezza nell'ingranare la storia. A livello lessicale invece, i termini utilizzati sono molto semplici e sicuramente adatti al pubblico più giovane. Sicuramente sono rimasta affascinata dai temi trattati all'interno di un volume così piccolo, dove un occhio più attento non può scorgerli tra le righe. 
I personaggi così vividi grazie alle illustrazioni di Rachele Aragno. Sembra quasi di star vedendo un film di animazione sul piccolo schermo. 
Il finale è quasi inaspettato, e ci lascerà con tantissimi punti interrogativi. I segreti non rimarranno nascosti ancora per molto, la visione del mondo che conosciamo si stravolgerà e noi dobbiamo essere pronti! 

E tu sei pronto a scoprire chi si cela dietro l'orribile assassinio? Ma soprattutto affiancherai anche tu la bizzarra coppia di Vernon il Volpone e Adele l'Anatra?

1 commento:

  1. Ciao, ho appena terminato il romanzo che hai recensito. Sinceramente l'ho trovato inquietante per dei giovani lettori. Non che ci debba per forza essere un lieto fine però nella parte finale ho avvertito un senso di angoscia soprattutto nelle parole del marasso e nella scena dei sotterranei molto simile ad un rito satanico. Capisco che il messaggio sia quello di far capire che la natura è selvaggia e che non può essere addomesticata però la modalità con cui si vuole passare tale messaggio è un po' al limite. Non sempre il target a cui si rivolge l'autore può godere di una lettura condivisa che possa mediare i contenuti perciò secondo me questo romanzo suscita delle emozioni che hanno bisogno della mediazione dell'adulto e dalla descrizione della trama il libro si mostra diverso da come è veramente.
    Per il resto concordo sul tipo di linguaggio e anche su una grafica accattivante.

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