giovedì 30 marzo 2023

Recensione: "Le Sorelle Hollow" di Krystal Sutherland.

"Le Sorelle Hollow" è una fiaba dark dai temi oscuri e ricca di elementi folkloristici. La penna della Sutherland ci fa addentrare nell'occulto più profondo e tetro. La psicologia dei personaggi ci travolgerà, così come la loro storia. Tre bambine che si volatizzano nel nulla durante la notte di Capodanno, per poi far ritorno un mese dopo solo con qualche caratteristica fisica differente. Cos'è successo alle sorelle? Che sia tutto il frutto di un gioco del destino?


LE SORELLE HOLLOW
Krystal Sutherland

 (4-)

Editore: Rizzoli 
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 17,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 360
Trama: Iris Hollow, diciassette anni, è sempre stata una ragazza strana. Quando lei e le sue sorelle erano bambine è accaduto qualcosa che non ricordano ma che ha lasciato a tutte e tre un’identica cicatrice alla base del collo. I loro capelli scuri sono diventati bianchi come il latte. Gli occhi, da azzurri, lentamente sono diventati neri. Le persone le trovano intossicanti, insopportabilmente belle e inspiegabilmente pericolose. Le maggiori, Grey e Vivi, hanno abbracciato il potere del loro fascino e la mondanità, mentre Iris ha vissuto la sua vita da adolescente cercando di sfuggire alla stranezza che le si incolla addosso come catrame. Ma quando Grey scompare in circostanze sospette, ricordi spaventosi e immagini inquietanti cominciano ad affiorare alla memoria di Iris. Mentre cerca di ripercorrere le ultime tracce della sorella seguendo il bizzarro sentiero di briciole che la ragazza ha lasciato dietro di sé, diventa evidente che il solo modo per ritrovarla è decifrare il mistero di quanto accadde loro quando erano bambine. Ma più Iris si avvicina alla verità, più intuisce che la risposta che cerca è oscura e pericolosa, e che il mondo sovrannaturale che le ha lasciate tornare apparentemente illese dieci anni prima, ora sembra deciso a richiamarle a sé…

Iris è una ragazza semplice, ubbidiente e molto attaccata alla madre. Ma ciò che non ricorda è ciò che le è accaduto quando era una semplice bambina. Lei e le altre due sorelle sono sparite per un mese ad Edimburgo, per poi ritornare ma non sanno ciò che gli è accaduto.
Iris cerca disperatamente una risposta per poter ricostruire nella sua mente il ricordo di quel mese ma è come se la sua mente fosse annebbiata.
Negli anni le diagnosi sono state molte tra cui il disturbo post traumatico da stress, il quale comporta la rimozione dei ricordi traumatici. Ma Iris sente che qualcosa nella sua persona non va. Perchè prima dell'incidente avevano i capelli castani e gli occhi come il mare? Perchè la loro chioma era diventata candida e i suoi occhi neri come la pece? Sono domande che si infligge e che non riesce a comprendere, ma che allo stesso tempo divengono parte integrante della sua esistenza. La sua psicologia è stratificata dall'innocenza, non vi è nessun atteggiamento malevolo. Anzi, lei stessa per proteggersi si limita a nascondere qualcosa che al mondo apparirebbe controverso. Ciò che salta all'occhio non è soltanto la relazione con le sorelle, ma in particolar modo con la madre la quale appare molto protettiva nei suoi confronti come se volesse proteggerla dai mali del mondo.

Le sorelle di Iris sono il suo antipodo. Vivi è carismatica, adrenalinica e dai tratti cupi. La possiamo rappresentare come la classica pecora nera della famiglia, la ribelle che si concentra principalmente per il suo bene per sfuggire alla sofferenza che prova dentro.
Un dolore sordo che la colpisce nell'animo, che la fa mutare e bere soprattutto nei momenti in cui i ricordi sbiaditi del suo passato incominciano a riaffiorare.
La sorella maggiore Grey è un personaggio particolare, l'autrice è riuscita a donarle quel pizzico per incuriosire il lettore. Il suo animo enigmatico, lo sguardo magnetico e dai tratti anche manipolativi intriga chi legge e non lo fa staccare dalle pagine. La sua presenza nella storia è magnetica e da tratti surreale, non si sa mai cosa pensa e cosa nasconde. Le briciole di pane che lascia dietro di sè sono talmente piccole ma allo stesso tempo ricche di dettagli succulenti.

La voce narrante della vicenda è Iris che attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi mancati riesce a farci percepire come magnetico e intrigante. Il suo personaggio mitiga le personalità delle sorelle infatti, è come un filtro che coinvolge nella lettura alla ricerca delle briciole lasciate da Grey. La sua visione riesce a filtrare l'aria cupa e travolgente del romanzo. 
Il worldbuilding costruito dall'autrice è abbozzato per quanto riguarda gli elementi odierni e di Londra. Sicuramente punto di forza è la parte occulta del romanzo, dove non mancheranno descrizioni vivide e scabrose. L'autrice si concentra fortemente per poter condurre il lettore a fare congetture ed a fantasticare sul destino delle tre sorelle. 
Da sottolineare sicuramente è la componente folkloristica che attinge le sue radici nella cultura celtica (una delle mie preferite). Non posso far a meno di negare lo stupore di aver quasi azzeccato il finale. Il quale mi ha lasciato senza fiato per la crudità con cui viene raccontato.
La narrazione è fluida dai tratti incalzanti, il lettore non riesce a staccarsi dalla vicenda nemmeno se volesse e, ammetto di aver divorato il romanzo in meno di ventiquattr'ore. Il lessico utilizzato è semplice e diretto, dai tratti forti e crudi così come la realtà che ci viene mostrata. Il romanzo ha numerosi punti di forza, ma avrei voluto che vi fosse più completezza. A fine lettura ho percepito che mancasse qualcosa, un piccolo elemento su cui avevo sperato che l'autrice si potesse concentrare.
Altro elemento che mi ha fatto un po' storcere il naso è stato l'epilogo, mi ha lasciato letteralmente con l'amaro in bocca. Mai mi sarei aspettata che si giungesse a una conclusione del genere. Non so se l'autrice abbia in mente un secondo volume, ma potrebbero anche esserci i predisposti adatti per renderlo una dilogia. La penna macabra della Sutherland è coinvolgente e ammaliante soprattutto per la storia che è riuscita a costruire. 

Le sorelle Hollow sono un macabro incubo e, riusciresti a svegliarti per sapere di più sul loro conto?

martedì 14 marzo 2023

Recensione: "The Witch's Heart - La leggenda di Angrboda" di Genevieve Gornichec.

 La leggenda di Angrboda è famosa per la sua singolarità ma anche per le sue sfaccettature. Il retelling del mito è scorrevole e potente. Non narra una storia d'amore struggente ma la vita di una madre sacrificata per i propri figli. Una madre che conosce il destino e tutte le sue sfaccettature a cui non potrà sottrarsi. Angrboda è una donna forte e coraggiosa, alla ricerca di sè stessa ma saprà sfidare la sua condanna?


THE WITCH'S HEART - LA LEGGENDA DI ANGRBODA
Genevieve Gornichec


Editore: Oscar Mondadori
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 15,50€ Ebook 7,99€
Pagine: 396
Trama: La storia di Angrboda inizia come finisce la maggior parte dei racconti di streghe: con un rogo. Così Odino ha deciso di farla punire per non avergli rivelato il futuro. Da quel momento la strega Angrboda, ferita e impotente, vive raminga nella Foresta di Ferro, lontana da tutto. Qui, la trova Loki, dio dell'inganno, venuto per restituirle il cuore rimasto sulla pira; e presto l'iniziale diffidenza della donna si trasforma in una passione intramontabile, da cui nasceranno tre figli, tre creature uniche. Angrboda li cresce ai confini estremi del mondo, lontano dall'occhio onnisciente di Odino, cercando di costruire una tranquilla vita domestica. Ma una visione le mostra cose spaventose che attendono la sua famiglia, e tutti i Nove Mondi. E ora Angrboda deve scegliere: sottomettersi a un destino cui ha già assistito, o lottare per ridisegnare il futuro di coloro che ama e dell'universo intero?

Angrboda è alla ricerca di sè stessa, non solo come strega ma anche come donna. La sua storia è malinconica e struggente, senza mezzi termini ci ritroveremo capovolti nel turbinio delle sue emozioni e sentimenti. La Gigantessa percepisce il suo cuore come un'arma di distruzione, poichè cedere ai sentimenti e ai formalismi non è da lei.
Ma da quando Loki, il Dio dell'Inganno, glielo restituisce nasce una chimica fatta di passione. La natura del Dio si conosce è inaffidabile, dai tratti arguti e una buona favella ma nonostante ciò mostra dei sentimenti contrastanti verso la donna. 
Angrboda si lascia travolgere dalla marea ma ciò che accade è l'essere appellata come: "la compagna di" e mai la vera moglie di Loki. É vissuta nell'ombra per troppo tempo per poter comprendere la sua vera essenza di donna ma anche di madre. Nonostante i sentimenti che prova per l'Ingannatore, la Gigantessa riesce a fiorire insieme alla Foresta di Ferro. Intorno a lei il mondo sta cambiando, solo che lei non lo percepisce. 
L'amore che viscerale che proverà per i figli la condurrà verso la sua condanna. Il fato è già stato scritto e i Nove Mondi subiranno dei cambiamenti. Lei conosce e sa quanto c'è da perdere ma nel suo animo scatta qualcosa, una luce ormai assopita da tempo e sarà quella per ricondurla sul suo cammino.

Nonostante questo libro sia molto romanzato per alcuni aspetti è necessario entrare nell'ottica dell'introspezione del personaggio principale. Così come una tempesta tumultuosa la psicologia di Angrboda ci travolgerà da lasciarci senza fiato.
Malinconia, difficoltà e dolore sono i tre termini che possiamo associare alla vicenda che ci troviamo davanti. L'autrice si cimenta con corpo ed anima a fornire uno spessore psicologico della Gigantessa. Angrboda nonostante la sua determinazione è una creatura fragile e umana e, così come noi si pone dei dubbi e dei dilemmi che la struggono dentro. I dubbi della donna rappresentano ciò che noi stesse lettrici possiamo provare nel corso della nostra vita, una lettura così intima e dai tratti struggenti ci accompagneranno. Un viaggio interiore che ci condurrà nei ricordi della protagonista ma soprattutto ci aiuteranno a comprendere l'origine di tutto, la sua vera essenza. 

«Sono ancora una profetessa, senza il dono della preveggenza?
Sono ancora una madre, se i miei figli non ci sono più?
Mi ha preso tutto.
Mi hanno preso tutto.»
La leggenda di Angrboda è una storia fatta di vita e di dolore. Con lentezza ci approcceremo al suo essere donna, madre ma anche strega. La sua essenza è smarrita, non sa chi sia e non conosce il suo passato. Ciò la conduce a una fase di perdizione dove l'amore con Loki sembra colmare quei vuoti a cui non riesce dare spiegazione. Ma questa non è una vicenda su amore passionale, ma sulle cadute di questo sentimento e del dolore che esso può arrecare.
Rimanere nascosta per la nostra protagonista è essenziale, ma ciò sminuisce il suo ruolo di moglie e di madre. Delle etichette che forse all'inizio non riesce a percepire come proprie e, proprio dell'appellativo di mamma che alimenterà il suo focolare.
La nascita dei suoi figli non solo la condurrà verso un amore smisurato, ma anche il senso di protezione e dove la paura crescerà. Le creature che sono venute al mondo hanno però un destino che incombe come la spada di Damocle, ma il cuore di una madre ha paura. 
L'amore di una madre è proprio quello il messaggio centrale del romanzo. Un sentimento così forte e indissolubile dove nessun altro potrà mai spezzare. Angrboda sente la maternità come un qualcosa con cui riscattarsi e per curare con il suo cuore i mali che affliggeranno i propri figli. Ma ciò è difficile, complesso e doloroso. Non potrà proteggerli per sempre e, lei lo sa.

Ci troviamo ai confini del mondo, dove gli occhi di Odino non possono posarsi. Così sceglie la propria dimora la strega Angrboda. Un posto dove poter fuggire ma allo stesso tempo riposare dall'inarrestabile corsa che è costretta a compiere. 
Il worldbuilding seppur accennato ci fa percepire il freddo della Foresta di Ferro e, anche il calore del focolare della caverna. La neve bianca attecchisce al suolo senza far rumore, ma i sentimenti fragili della protagonista riescono a percepirne persino il rumore silenzioso.

Le tematiche trattate all'interno del romanzo sono molteplici: la maternità, l'essenza dell'essere donna e il ritrovare sè stessi. La maternità in tutte le sue sfaccettature anche quelle più dolorose, dove la nostra protagonista sarà costretta a mettersi a nudo e affrontare una delle sue paure più grandi.
L'essenza della femminilità, Angrboda, ci narra di esser forti contro ogni avversità persino verso un destino già designato. Il suo personaggio ci insegna a non avere paura, a non mollare mai ed a cercare la nostra determinazione poichè siamo vive. Il ritrovare sè stessi è sicuramente è un punto cardine. Il ricercare ciò che abbiamo perduto: ricordi, affetti e anche un pezzettino del nostro vero Io che ormai sembra assopito. La strega ci conduce in un cammino lastricato di difficoltà, con consapevolezza ed a testa alta ci insegnerà a non aver paura nemmeno dell'incendio più indomito. 

«Ti chiedi ancora, a volte se sia stato un errore restituirmi il cuore?»
«Mai.»  
La narrazione cattura il lettore tra le pagine, è fresca e scorrevole nonostante vi siano alcuni momenti di stallo. Conoscere la vita della strega ammalia il lettore sin dalle prime pagine, grazie anche all'introspezione complessa della protagonista.
Il lessico utilizzato è semplice ma allo stesso tempo ricercato, ritroveremo a fine volume l'appendice dedicata a tutti gli elementi/personaggi citati della mitologia norrena. Nonostante questo retellig sia romanzato e vi siano degli elementi di fantasia, la storia di Angrboda non fa che stregare il lettore e condurlo verso una consapevolezza diversa.
Grazie all'ottica introspettiva fornitaci, entreremo in empatia e asseconderemo ogni scelta della Gigantessa ma con una consapevolezza diversa. Questo romanzo è riuscito a guardarmi dentro, a scrutare quelle che sono le mie paure e allo stesso tempo comprendermi. Il personaggio di Angrboda ha insegnato ad amare nonostante tutto ed a sfidare il caso quando vi è la possibilità.

Vivi la storia di Angrboda sotto un'ottica diversa, cosa aspetti?

lunedì 6 marzo 2023

Recensione: "Destini incrociati" di Lexi Ryan.

Abbiamo già incontrato Brie e la sua battaglia nel precedente volume, la sua testardaggine e caparbietà la contraddistingueranno sempre. Nuove sfide si presenteranno sul suo cammino. La sua fiducia è stata tradita, dovrà scegliere di chi fidarsi di: Finn o di Sebastian? 


DESTINI INCROCIATI
Lexi Ryan

 (3-)

Editore: Mondadori Libri
Formato: Copertina Rigida & Ebook
Prezzo: Rigida 19,90€ Ebook 9,99€
Pagine: 324
Trama: Il palazzo dorato è avvolto dal velo della notte. La mia notte. Le mie tenebre. Il mio potere. Quando seppe che la sorella Jas era stata venduta al re dei Fae delle ombre, Brie pensò che la sua vita non sarebbe potuta andare peggio di così. Ma ora, intrappolata in una ragnatela di bugie che lei stessa ha tessuto, dal momento che, innamorata contemporaneamente di due principi, non può più fidarsi di nessuno dei due, la sua esistenza non le appare certo più semplice. La guerra ormai è alle porte della corte di Unseelie, eppure Brie non è ancora in grado di scegliere da che parte stare. Come potrebbe farlo, visto che non è capace di comprendere nemmeno se stessa? Più precipita, più le appare chiaro che le profezie non mentono e che lei – che le piaccia o meno – ha un ruolo da giocare nel destino del regno fatato.

Riprendiamo la vicenda della storia da dove l'abbiamo lasciata, Brie scappa da ciò che non solo il fato ha deciso di riservarle. Ammetto che il suo personaggio, che inizialmente mi aveva ammaliato, in questo secondo volume si rivela essere maggiormente più stereotipizzato. Infatti, non posso fare a meno di denotare come qualsiasi situazione di pericolo venga scampata dalla protagonista e quasi sempre vi è qualcuno in suo aiuto.
Capita spesso che lo scrittore si affezioni così tanto al suo personaggio da creare un plot armor ovvero la protagonista vince ogni avversità per motivi di trama. 
Il fato non ha scelto per lei, è stata lei a scegliere l'unione con Sebastian. E ciò non solo ci riserba sgomento e tifi per Finn, ma anche i comportamenti della stessa Brie sembrano essere contraddittori. La protagonista sceglie deliberatamente il proprio destino, ma sembra che le sue azioni non corrispondano adeguatamente ai suoi sentimenti. 
Anche quest'ultimi abbastanza contraddittori e superficiali, si passa dall'amore più profondo all'odio senza mai a riuscire a comprendere bene il perchè di determinate scelte. L'empatia è sicuramente mancata con il personaggio di Brie, lei stessa ne pecca con chi si trova di fronte al suo cammino. 

Il triangolo amoroso in questo volume diviene il fulcro centrale, nonostante di sfondo vi sia un importante scenario da condurre. Vi è una trasformazione sentimentale, e l'atteso romanticismo prenderà piede per tutta la vicenda. Da amici, combattenti diverranno amanti dove l'alchimia di certo non mancherà. Ma anche qui diciamo che l'autrice sembra esser caduta molto nel clichè dei romance: il triangolo, la vicinanza fasulla e anche gli incontri che non sono così casuali. Nonostante questo possa sopperire alle vicende della storia, ciò che accade in contemporanea è una lotta continua tra le due Corti. 
Il worldbuilding non viene mai esplorato, vi sono dei dettagli ma vi è sempre un accenno che l'autrice ci fornisce. A mio avviso avrebbe dovuto giocare di più su dettagli rilevanti piuttosto che concentrarsi sulle relazioni all'interno del romanzo. Altra pecca è sicuramente la mancanza di una minaccia imminente e/o di un vero villains vero e proprio. Avrebbe donato al romanzo più dinamicità.

Come sempre la narrazione risulta scorrevole e lineare, nonostante le prime cento pagine siano ridondanti. Il finale mi ha leggermente deluso, vi è molta frettolosità nella vicenda nonostante nel corso della storia vi siano dei miglioramenti. I personaggi principali e secondari subiscono una leggera evoluzione, ma nonostante ciò tutto è sopperito dalla superficialità della situazione. A mio avviso il romanzo avrebbe dovuto essere un unico volume, poichè molte dinamiche potevano esser sfoltite e aver maggiore spessore per caratterizzare la vicenda. 

Nonostante tutto il romanzo è una lettura leggera, ti va di scoprirla?

martedì 28 febbraio 2023

Recensione: "Promesse Vane" di Lexi Ryan.

 "Promesse Vane" sbarca finalmente in Italia. Un romanzo con Fae, umani e moltissimi intrighi tutti da scoprire. Brie è una ladra e nel suo animo vi è un odio viscerale per gli esseri fatati. Ma il destino cambierà le sue carte e la catapulterà in una situazione al di fuori della normalità.
L'abile ladra riuscirà a sopravvivere alle sfide che le verranno proposte?


PROMESSE VANE
Lexi Ryan

 

Editore: Mondadori 
Formato: Copertina Rigida & Ebook
Prezzo: Rigida 19,90€ Ebook 9,99€
Pagine: 312
Trama: Potrei godermi l'oscurità, ma non sprecherò il mio tempo. Queste ore appartengono a spie e ladri. Appartengono a me. Se c'è una certezza nella vita di Brie è che odia i Fae con tutta se stessa e che preferirebbe morire di fame per strada piuttosto che avere a che fare con loro. Quando però la sorella Jas viene venduta come schiava a Mordeus, il sadico re Fae di Unseelie, per ripagare un debito, non può che rivedere la sua posizione. Per riportarla a casa, infatti, è costretta a stringere un patto proprio con il sovrano delle ombre: dovrà introdursi nella corte nemica, la corte del Sole, e, una volta dentro, rubare tre oggetti magici che un tempo gli erano appartenuti. Accedere al palazzo dorato è un'impresa tutt'altro che semplice, però, tanto che l'unica possibilità per riuscirci sembra essere spacciarsi per una delle pretendenti del principe Ronan, erede al trono. Determinata a portare a termine la sua missione senza farsi distrarre dal cuore, decide infine di accettare l'aiuto di una banda di disperati, di cui ignora però le vere intenzioni. A mano a mano che la conoscenza con il loro capo Finn si approfondisce, Brie si ritrova a combattere con se stessa per resistere al suo fascino seduttivo. In bilico tra due corti ugualmente pericolose, Brie sarà costretta a decidere di chi fidarsi e a chi offrire la propria lealtà. E quindi il proprio cuore.

Brie è un personaggio o che si ama o che si odia, con lei non esistono mezze misure. Il suo carattere determinato riesce ad ammaliare il lettore, ma durante la lettura ciò che ho riscontrato è stato poco spessore psicologico. Non sono riuscita ad entrare in empatia con lei, non sono riuscita a comprenderla a pieno nelle sue decisioni e spesso mi sono ritrovata a pensare che le sue azioni non seguissero il filone narrativo.
Mi sarei aspettata molto di più da una protagonista dotata di caparbietà. Analizziamo la storia dai suoi occhi e dalle sue sensazioni. Tutto ciò è contornato dalla smania e dalla ricerca di poter trovare una soluzione: riuscire a salvare la sorella Jas. 
Il mondo fatato non è ben visto dalla protagonista, in lei risiedono sentimenti di sdegno e quasi ribrezzo verso quel luogo, ma per salvare la sorella dovrà combattere con unghie e denti. 

Non sarà sola in questa avventura, accanto a lei ronzano intorno due Fae  affascinanti ma con differenti obbiettivi e caratteristiche. Il principe dorato, Ronan, nutre dei sentimenti genuini e totalizzanti. Ciò la condurrà ad avvicinarsi al giovane erede al trono, senza perdere mai perdere il suo obiettivo principale. 
L'autrice crea così il triangolo perfetto, concentrandosi in particolar modo su l'altro Fae ovvero Finn (che a mio avviso ho apprezzato maggiormente). La sua oscurità è palpabile, i suoi occhi argentei penetrano nell'animo del lettore e lo ammalia. La sua è una psicologia complessa, contornata da segreti e molti lati da scoprire. Il suo animo sarcastico è ferito, ma ciò che nasconde è anche l'avidità con cui deve compiere la sua missione. Brie si ritrova ben presto in un triangolo, senza mai capire sè stessa. Ciò che mi ha fatto storcere il naso sono sicuramente delle forzature all'interno delle dinamiche relazionali e soprattutto nel triangolo. 
«Abriella, ogni stella in quel cielo brilla per te.»
La costruzione iniziale del romanzo inizialmente non mi ha fatto impazzire, diciamo che fino a metà libro ho avuto soltanto delle opinioni poco positive. L'autrice con la sua penna fluida riusciva ad intrattenere il lettore, ma mancavano così tante informazioni che non riuscivo a comprendere determinate azioni dei personaggi.
Quest'ultimi hanno acquisito dimensionalità solo successivamente, infatti sono riuscita a comprenderli a pieno ed a biasimarli per alcune scelte. 
Dopo aver superato la metà il libro incomincia a formarsi, a strutturarsi più complessivamente ed a intrigare il lettore nella sua totalità. Le tematiche e domande incominciano ad avere delle risposte salienti, ancora qualcuna deve essere risolta ma ciò mi ha fatto maggiormente apprezzare l'opera. La profondità dei personaggi viene finalmente esplorata nonostante vi siano ancora delle sfaccettatura d'ombra. Per quanto riguarda il worldbuilding è accennato e mi sarebbe piaciuto poterlo approfondire di più, ma spero nel secondo volume.

Leggendo la trama la prima cosa che mi ha fatto pensare è la somiglianza con "La Corte di Rose e Spine" di Sarah J. Maas. Per poi ricredermi, poichè nonostante evidenze siano similari i personaggi si distinguono soprattutto per sfaccettature differenti. Negli ultimi anni i Fae come protagonisti sono sempre più apprezzati nei romanzi e, ammetto che io stessa avevo peccato di ritrovare qualche somiglianza con la saga sopracitata. "Promesse Vane" è un romance fantasy che si divora pagina dopo pagina.

«Io sono le tenebre, e il potere che mi scorre nelle vene è più forte che mai.»
Il lessico è colloquiale e dai tratti ammalianti, sicuramente tutto ciò contribuisce a rendere scorrevole anche la narrazione. Nota dolente è stata la traduzione, ho trovato parecchi refusi e mancanza di congiuntivi che mi hanno fatto storcere il naso. L'autrice è stata molto abile nel creare la suspense finale, poichè lascia il romanzo proprio sul più bello.
Nonostante alcune azioni/ situazioni le avesse già comprese, il plot twist finale mi ha lasciato senza fiato. La leggerezza che contraddistingue il romanzo ci fa apprezzare maggiormente le sue luci e ombre. 

Brie sacrifichirebbe la sua vita per salvare la sorella Jas, l'aiuterai nella sua impresa?

giovedì 23 febbraio 2023

Recensione: "Come uccidere la tua famiglia" di Bella Mackie.

 "Come uccidere la tua famiglia" è un romanzo singolare, con una protagonista sarcastica e dai toni taglienti. Grace è una giovane donna che ha ricevuto solo dispiaceri dalla sua vita. Ma dietro questa maschera di solitudine si nasconde una vera killer dai tratti manipolatori e persasuasivi. 
Un libro senza mezzi termini, come un flusso di pensieri conosceremo la vera Grace Bernard e la missione che aspira a compiere. Ma riuscirà ad uccidere tutti i membri della sua famiglia?


COME UCCIDERE LA TUA FAMIGLIA
Bella Mackie

 

Editore: Harper Collins
Formato: Copertina Rigida & Ebook
Prezzo: Rigido 19,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 432
Trama: Mi chiamo Grace Bernard e, con ogni probabilità, il mio nome non vi dice proprio niente. Nessuno mi conosce perché languisco dietro le sbarre per l’unico crimine che non ho commesso. Eppure, se devo dire la verità nient’altro che la verità, ho ucciso diverse persone, alcune in modo brutale, altre con maggior delicatezza – vale la pena specificarlo, perché fa un’enorme differenza agli occhi giudicanti della gente. Quando ripenso a ciò che ho fatto, avverto persino una punta di tristezza, giusto una fitta trascurabile, al pensiero che nessuno verrà mai a conoscenza del mio strabiliante piano. Un piano che ho architettato per anni, sacrificando tutto in nome della vendetta. Ora vi chiederete: perché ostinarsi a vuotare il sacco se la si può passare liscia? Avete ragione, la libertà non ha prezzo. Però non riesco a smettere di immaginare l’istante in cui, dopo la mia morte, qualcuno aprirà una cassaforte e troverà la mia confessione. Esatto, proprio questa che sto scrivendo nei pochi giorni che mi separano dalla libertà. Scommetto che quel qualcuno non potrà fare a meno di restare a bocca aperta e pensare a me con ammirazione. Perché chi sarà mai in grado di capire come una persona, a soli ventotto anni, possa aver ucciso a sangue freddo sei membri della sua famiglia per poi andare avanti come se niente fosse, senza neppure l’ombra di un rimpianto?

Grace cresce assieme alla madre Marie, donna dedita al lavoro per riuscire a racimolare un po' di soldi per vivere. Ma la donna non riesce a sopperire a tutte le mancanze, causando mille domande nell'animo della piccola Grace. Chi è suo padre? Perchè non è con loro? E soprattutto perchè non aiuta sua madre per permetterle una vita migliore?
L'infanzia e l'adolescenza di Grace sono contrassegnate dalla solitudine, una sorta di bozzolo protettivo che la madre cerca di proteggere verso i dolori della vita. Ma non sa che la propria figlia è più scaltra, comprende come sopravvivere al mondo odierno e con una curiosità quasi febbrile cerca di scovare nel passato di Marie. 
Crescere in una famiglia e situazione disfunzionale condurrà la sua persona a frammentarsi, e rimettere insieme i pezzi non sarà per niente facile. Nulla sembra scalfire il suo animo in fiamme e, ciò la rende una protagonista molto intrigante e controversa. 
Progetta così l'uccisione di suo padre. Anni ossessionata dalla vendetta e dalla macchinazione di uno dei piani più particolari. La psicologia di Grace definisce una personalità manipolatrice e dai tratti sociopatici. In lei non vi è rimorso, paura di essere scoperta e tutto ciò è mosso dal sentimento di vendetta. Scava così nei passati dei propri parenti, cerca disperatamente il movente per compiere l'omicidio. La sua meticolosità è palpabile sin dalle prime pagine e le descrizione degli assassini diviene sempre più intrigante man mano che si va avanti nella vicenda. 

La sua intera esistenza ruota intorno alla famiglia Artemis. Non vi è spazio per relazioni sociali, un lavoro soddisfacente e altre situazioni che possano recare gioia. La vendetta diviene il fulcro centrale della sua mette. La sua meticolosità e la sensazione inebriante che le provocano gli omicidi la condurranno a peccare di ubris, c'è qualche intoppo che la condurrà dietro le sbarre: un crimine che lei non ha commesso. 
Attraverso i pensieri di Grace e i suoi piani noi riusciamo a pieno a empatizzare con lei. La bravura dell'autrice sta proprio in questo: riuscire a far simpatizzare il lettore con l'antieroina. Non aspettatevi una protagonista senza spina dorsale, anzi la giovane riesce attraverso le sue parole a ritrovarsi ed a completarsi psicologicamente. La sua convinzione la condurrà all'ossessione e, più mi sforzavo di comprenderla e maggiormente le risposte venivano a galla lasciandomi letteralmente senza fiato. 

«E invece leggere parole di altre donne arrabbiate mi rese più audace, 
mi consentì di alimentare la mia stessa rabbia,
di considerarla giusta e degna di attenzione.»
 "Come uccidere la tua famiglia" è un romanzo dedito alla denuncia sociale, senza mezzi termini e misure. Una denigrazione della società odierna che totalizza tutta la vicenda. Ed è la stessa Grace a raccontarcelo attraverso la sua ironia e caparbietà. 
Il suo personaggio è uno di quelli che si odiano e si amano e io mi colloco proprio nei secondi. Ciò che mi ha colpito maggiormente è la peculiarità della sua personalità contorta, ho sempre apprezzato i villains, di conseguenza lei diviene l'antieroina per eccellenza.
Pensieri e parole dettate su carta attraverso la sua vena pungente ci inonderà durante la lettura. Ma il suo essere così troppo sicura di sè la farà cadere nel vortice della tracotanza e, forse la crepa che porta nell'animo inizierà a creparsi.
Il romanzo è oscuro e dai tratti brutali mi ha stregato e fatto rabbrividire in vari momenti, anche contemporaneamente. Questa non è una storia tranquilla, ma vi è molto black humor e sarcasmo, che hanno donato quel pizzico in più alla vicenda. L'antieroina Grace sembra temibile, ma devo ammettere di aver fatto il tifo per lei tutto il tempo.

«La sua scomparsa era molto più di una voce da spuntare sul mio elenco.
Perchè l'elenco si era notevolmente ridotto.
Restava solo un nome.
Caro papà, adesso tocca a te.»
Il lessico utilizzato coinvolge il lettore per la sua semplicità e colloquialità infatti, come ho scritto precedentemente, la protagonista si rivolge proprio a chi legge. In particolar modo questo contribuisce alla scorrevolezza della narrazione che risulta coinvolgente e accattivante. Sicuramente ciò che mi ha lasciata un po' perplessa è la lunghezza dei capitoli, alcuni superiori a sessanta pagine, ma vi è proprio una scelta stilistica. Poichè il romanzo si articola con capitoli dedicati al presente di Grace, i suoi flashback e le uccisioni dei suoi nemici.
Altro tasto dolente è sicuramente il finale, che nonostante il colpo di scena mi ha letteralmente lasciato l'amaro in bocca. L'autrice nonostante abbia accompagnato la sua protagonista a compiere gesti ignobili, così come la salva da quella situazione di solitudine la rilascia andare in balia di una vita che non è mai stata generosa con lei. 

Un romanzo dai toni dark e accattivanti, aiuterai Grace ad uccidere la sua famiglia?

domenica 12 febbraio 2023

Recensione: "Blackwater - La piena" di Michael McDowell.

Il primo capitolo della serie di "Blackwater" di Michael McDowell ci fa addentrare nella desolata Perdido in Alabama. La penna dell'autore ci coinvolge a tal punto da farci sentire l'odore delle acque putride del fiume e del fango che lambisce la cittadina. 
Oscar Caskey, assieme al suo domestico Bray ci accompagnano in un'avventura senza fine. Dove l'incontro con la giovane Elinor ci lascerà disarmati da cotanta bellezza, ma ricordate non è tutto oro ciò che luccica. Cose misteriose accadranno nella cittadina di Perdido.


BLACKWATER - LA PIENA
Michael McDowell


Editore: Neri Pozza
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 9,90€ Ebook 4,99€
Pagine: 256
Trama: 1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey

L'arrivo di Elinor è così improvviso, come la piena che ha colpito la cittadina di Perdido. Nessuno sa come abbia fatto a sopravvivere alle acque putride e omicide del fiume. Viene vista come una minaccia, una donna senza un passato e senza nessun oggetto da ricondurre alla sua persona prima della catastrofe. 
La sua persona s'insinua nella vita della famiglia Caskey, riesce a trovare il punto fragile e romperlo. Causando così una serie di discrepanze familiari non indifferenti. Descritta come una donna meravigliosa ma soprattutto ricca di misteri, neanche lo stesso Oscar riesce a cogliere i segnali della donna di cui è ammaliato. Ma c'è qualcuno che trova alquanto insolito il suo arrivo e i suoi atteggiamenti, in particolare Mary-Love. La donna dalla voce forte e predominante che non riesce a comprendere quest'aura di mistero, e che nonostante tutto si batte per poter proteggere la propria famiglia. Una matriarca degna di tale nome, una voce che squarcia il bello costruito intorno alla figura della giovane Elinor. 

In questo romanzo di McDowell la presenza delle donne è il fulcro centrale della storia. Due personalità così disparate appartengono al romanzo e tra le righe il lettore riesce a addentrarsi nella vicenda familiare. Mary-Love cerca solo di proteggere il figlio da una donna misteriosa di cui non si sa niente. Ma Elinor allo stesso tempo sembra una donna che possa accontentare il mondo con i suoi modi pacati e allo stesso tempo penetranti. 
Il personaggio di quest'ultima, avvolto così tanto dal mistero, che sembra ammaliare anche lo stesso lettore e lo cattura nella ragnatela che lei stessa sta tessendo. La matriarca invece è l'opposto della giovane, si dedica alla casa e allo stesso tempo i suoi modi calorosi sono riconosciuti in città. Ma la vera domanda che ci sorge durante la lettura è: chi è Elinor? E come riesce ad ammaliare chi circonda?
All'interno di questi drammi familiari e interventi per sabotarsi a vicenda, il ruolo dell'uomo viene surclassato dalle donne. Infatti nel romanzo qualsiasi personaggio di sesso maschile viene rappresentato come un inetto e dai classici stereotipi. Quasi l'autore volesse mettere in evidenza la mutabilità dell'uomo e del suo essere così ingenuo di fronte alle avversità celate. 

Il romanzo di McDowell è intinto nelle acque del fiume che bagna Perdido. Il tutto permeato da atmosfere gotiche e assolutamente misteriose. Vi saranno delle vicende che ci lasceranno a bocca aperta, ci domanderemo seriamente se sia stato tutto frutto di uno strano sogno. Il lettore sa che qualcosa non va, si legge proprio tra le righe che vi sarà qualcosa di oscuro in atto. Si percepisce la rovina imminente e le acque agitate del Perdido che si preparano a un nuovo mistero da far scoprire. La penna dell'autore ci presenta non il solito horror, ed è proprio questo che rende il romanzo unico nel suo genere. Ho smesso di preoccuparmi di qualsiasi comparsa di creature quando il potere matriarcale è divenuto fulcro centrale della narrazione.
I punti di forza del romanzo sono sicuramente i personaggi, i quali sembrano così vividi e reali che ci faranno sospirare. In particolar modo Elinor sembra di conoscerla da una vita. La ricondurremo forse a qualche nostra conoscenza reale, ma senza pensare a ciò che lei stessa potrebbe celare a noi stessi. 

Il lessico utilizzato dall'autore è ricco e forbito, ci catapulta così in intrighi e misteri familiari. La narrazione è scorrevole al punto giusto, infatti ho iniziato il libro mentre ero in treno e le pagine scorrevano sotto i miei occhi senza rendermene conto. Sono rimasta affascinata dall'aura di mistero e dalle atmosfere cupe che McDowell ci propone. Non posso fare a meno di sottolineare anche quanto sia stato intrigante leggere di Elinor, la donna misteriosa dalla chioma fulva. In lei c'è qualcosa che mi ha veramente colpito, i suoi piani e soprattutto il suo animo così controverso. Il finale mi ha letteralmente spiazzato, ho subito sentito la necessità di conoscere di più e non vedo l'ora di scoprire a cosa andrà incontro la famiglia Caskey.


Sei pronto ad affrontare la piena assieme alla famiglia Caskey?

venerdì 10 febbraio 2023

Intervista a Giulia Reverberi - Autrice di "Zombie Friendly".

Dopo la recensione di "Zombie Friendly" di Giulia Reverberi. 
Non potete perdervi questa intervista con l'autrice! Godetevi la lettura di questa fantastica chiacchierata.


ZOMBIE FRIENDLY
Giulia Reverberi

Editore: Self Publishing
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 20,00€ Ebook 5,90€
Pagine: 434
Trama: Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer. Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani. Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri.

Buongiorno, Giulia! Ti va di presentarti e di parlarci un po' di te come persona e come
content creator?

Buonsalve! Questo è quel momento in cui non sai mai cosa dire, non importa quanto interessante sia la tua vita. In breve sono una persona che ama le storie, fin da bambina ho studiato scrittura, prima sotto la guida dei miei genitori e poi ho proseguito da sola con manuali di narratologia e corsi. Mi sono appassionata anche al cinema e alle serie tv e ho condiviso il mio percorso su youtube. Da lì mi si è aperto un mondo, ho iniziato a parlare di libri su instagram, di scrittura su tiktok e le live su Twitch mi hanno permesso di condividere il mio percorso nella creazione e produzione di Zombie Friendly. E alla fine eccomi qui. Attualmente lavoro sia come content creator che come scrittrice (per ora solo self, si spera in futuro di diventare ibrida) e editor. Non vedo l'ora
di aiutare qualcuno con i suoi personaggi!

Non esiste tantissima letteratura italiana dedicata agli zombie, come mai hai deciso di
esordire con un libro proprio su di loro?

Gli zombie sono un argomento molto difficile. Mi sono sempre piaciuti in letteratura, sul grande schermo e nei videogiochi ma non avrei mai pensato di utilizzarli per qualcosa di mio. Sembra un clichè ma è stata la storia a venire da me mentre lavoravo in un'azienda di videogiochi. Doveva essere un'avventura giocabile ma alla fine il progetto non mi ha convinta e me ne sono andata con un protagonista ansioso in un'apocalisse zombie e ben poche idee sul suo futuro. Ho deciso di crederci e di autoprodurmi, conscia che gli zombie abbiano un mercato limitato e volendo sfruttare questa occasione per rendermi editorialmente indipendente e consapevole di come funziona il "produrre un libro". Sono gli zombie ad aver scelto me, in sostanza.

Esiste una ragione per la quale hai optato per l'autopubblicazione? Hai fatto tutto da sola,
inclusi i curatissimi inserti, deve essere stato faticoso!

Sì assolutamente, ho recentemente scritto un articolo sul mio blog per spiegare quanto questo
processo di produzione sia stato voluto ma anche difficile. Ho pensato che sarebbe stato interessante mettermi alla prova in tutte le fasi di produzione, un'esperienza che mi avrebbe resa più consapevole di come funziona il mercato editoriale e di come nasce un libro, dalla storia all'oggetto fisico. Non sono contraria alla pubblicazione tradizionale, anzi, spero in futuro di poter continuare entrambe le vie ma trovo che spesso, quando si parte, le condizioni che molte case editrici offrano siano svantaggiose. Partire è un problema, ti accontenti spesso di quello che ti viene concesso pur di farlo e a me questa cosa mi ha sempre messa a disagio, mi sembrava di non avere scelta. Ora con il percorso in self so come funziona il mercato e, qualora mandassi un manoscritto ad una casa editrice, so che posso rifiutare una situazione che non mi sembra adatta perchè ho sempre un'altra strada a disposizione.

In Zofri si denota una certa quantità di ricerca, quanto hai dovuto studiare per scriverlo?

Molto. Solo per la storia ho dovuto fare un mese di ricerche, alcune serie come quelle scientifiche sulle epidemie e sull'ansia patologica o quelle di antropologia che hanno mi permesso di comprendere i meccanismi sociali delle piccole comunità, fino a quelle più strampalate come 'I cervi sentono gli ultrasuoni?'. Però gli studi più grandi sono stati quelli per la produzione di Zofri, dal marketing all'impaginazione o quelli per creare lo stile del protagonista, piuttosto diverso da quello che ho sempre adottato nei miei romanzi fantasy. Però sono molto contenta di averlo fatto, è stato faticoso ma mi ha aiutata molto a migliorare.

Ci parli un po' del tuo processo di scrittura? Hai una routine quotidiana o hai un approccio
istintivo?

Il mio processo di scrittura si è consolidato con Zofri, prima era molto più caotico: dedico un primo mese alle ricerche fondamentali, uno a creare una scaletta di tutti gli eventi chiave, con le loro connessioni, e poi svolgo la storia per i tre mesi successivi. Dedico un mese alla sola riscrittura e uno all'editing. Scrivo ogni giorno ma non è un pensiero fisso, se salto qualche settimana per impegni o mancanza di voglia non è un dramma; ho la fortuna di produrre almeno una decina di pagine A4 ogni volta che ho un pomeriggio (o notte) da dedicargli e non soffro del blocco dello scrittore quindi cerco di non forzarmi. Mi piace godermi il processo.

Sei un'autrice italiana, eppure Zofri è ambientato negli Stati Uniti, è una scelta precisa o è
un caso?

Sì, è stato un omaggio alle storie di zombie, in maggioranza ambientate negli Usa con centri
commerciali e armi da fuoco. Volevo prendere l'immaginario tradizionale e cambiare le carte in tavola, per farlo dovevo mantenerne intatti alcuni riferimenti tra cui, appunto, la geografia. Ho preferito inserire una discendenza italo americana nel protagonista, per presentare la componente italiana. Questo mi permetteva anche di mostrare quanto multiculturale può essere anche il posto più sperduto, con immigrati di generazioni diverse. Mi piace pensare che Zofri sia una vicenda che, con piccoli cambiamenti, possa essere trapiantata in molti luoghi diversi.

Hai intenzione di comunicare un messaggio di fondo o preferisci che ti legge prenda dal
testo ciò che vuole?

Ci sono molti messaggi o spunti di riflessioni, di livelli diversi e argomenti diversi, lascio che i
lettori scelgano quali cogliere e fare propri. La storia di Andy è quella di un ragazzo che vive, solo, in un mondo ostile che non riconosce più, pieno di pericoli e di situazioni traumatiche, faticando a gestire il rapporto con gli altri; è una situazione che molti di noi si trovano ad affrontare. Molti lettori mi hanno detto che si riconoscevano nei suoi limiti e nelle sue debolezze, lo hanno supportato tifando per lui e lo hanno scusato anche quando (secondo me) era in torto. Mi piacerebbe che rivolgessero questo spirito anche verso sè stessi, dandosi tregua e credendo maggiormente in sè stessi. Siamo tutti un pò come Andy, chi più chi meno, mi piace l'empatia e la positività che gli hanno rivolto, è questo che vorrei per ogni persona che soffre di problemi di salute mentale, comprensione e affetto.

La tua dedica è per i cani e uno dei personaggi è proprio un bassotto. Alcune persone sono
indecise se leggere il tuo romanzo per paura che gli accada qualcosa di male. Vuoi
esprimerti a riguardo?

Posso capire la perplessità ma è difficile per me rispondere a questa domanda: è un'apocalisse, tutto può succedere, se dicessi che Woody starà bene qualsiasi cosa avvenga purtroppo minerei il realismo del mio testo (anche perchè non avendo scritto i seguiti dovrei rispondere comunque in modo molto limitato). Non posso promettere che al cane non succederà niente, in questo testo o nei prossimi due, o che sopravviverà, posso promettervi però che sarà amato fino alla fine dei suoi giorni, che sia nel libro o fuori, e che, qualora gli succedesse qualcosa, non indugerò in dettagli di violenza esplicita e il tono della scena sarà triste, non macabro. Woody ha un suo arco di personaggio e un suo carattere, dipende tutto da lui, come per chiunque altro, diversamente perderebbe la sua tridimensionalità. Non concedo mai plot armor nei miei testi, nemmeno ai protagonisti. Quindi dipende molto da cosa preoccupa: la sofferenza di doverlo (eventualmente) salutare o la paura di rimanere traumatizzati da una scena orrida e forte. Molti lettori mi hanno detto che la mia scrittura, indipendentemente dalla situazione, è molto 'delicata e sensibile' quindi la seconda opzione non è proprio possibile. Sulla prima, invece, chi vivrà vedrà (scusate, battuta brutta).

Grazie mille per averci coinvolte in questo viaggio nell'Apocalisse, attendiamo il sequel!
Grazie a voi, davvero, non ho parole per ringraziarvi! Il prossimo testo della saga di Zofri uscirà a novembre, ma non sarà il secondo che è previsto invece per il 2024, prometto però che, quando lo vedrete, scuoterete la testa sorridendo e pensando 'Giulia è pazza, voglio leggerlo'.