martedì 8 agosto 2023

Recensione: "Velhot - Il Mondo Riflesso" di Chiara Bastianelli.

 Questo secondo volume della Bastianelli ci presenta nuove sfaccettature di Clara e di Sariel. La penna dell'autrice è evoluta, divenuta in questo libro della serie molto più corposa e particolareggiata. La bontà di Clara si mescolerà al cinismo del Maestro Sariel. Quest'ultimo essendo il villain della vicenda, avrà dei progetti spietati e ricchi di particolari per il destino glorioso che li attende. Per scoprire il primo volume, ti lascio il link recensione qui.



VEHLOT - IL MONDO RIFLESSO
Chiara Bastianelli

 

Editore: Self Publishing
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 13,99€ Ebook 2,99€
Pagine: 438
Trama: Yhrlenam è una grande città, molto più di quanto Clara possa immaginare, colma di opportunità quanto di luoghi oscuri e spaventosi segreti. Un patto da rispettare. Un regno da sottomettere. Un mondo parallelo ai confini dell'immaginabile, del possibile e tangibile: il Mondo Riflesso. Davanti fondamentali scelte da compiere si uniranno terrore e coraggio, consapevolezza e potere, saldando, con mattoni più solidi e duraturi, fondamenta fiere. Incrollabili. Ma il veleno, si sa, distrugge tutto ciò che tocca.

Abbiamo lasciato nel precedente volume Clara e Sariel pronti a un nuovo destino, a un nuovo villaggio ed a un nuovo inizio. Questo secondo volume ci consente di entrare nel vivo della vicenda, non solo a livello strutturale ma anche emotivamente parlando. Poichè la staticità iniziale di Clara, che avevo riscontrato con il precedente volume, si evolve e muta verso la sua psicologia. L'oppressione dovuta alla mentalità ristretta del suo paesino abbandonerà l'animo della protagonista e, si sostituirà con la razionalità.
Nonostante in lei convivano l'incertezza dell'essere umana, il suo essere razionale diviene parte integrante della vicenda... Anche se i suoi "colpi di testa" sono ormai noti ai lettori e, non apprezzeremo tutte le sue scelte. La psicologia della protagonista sta finalmente evolvendo e prendendo forma per rivendicare il suo vero posto: accanto a Sariel.

Sariel finalmente esce allo scoperto con le sue doti manipolative e ammalianti. Il suo essere "non convenzionale" rapisce il lettore e lo trasporta assieme a lui nelle tenebre. Sicuramente amo maggiormente il suo personaggio, grazie proprio al suo spessore psicologico e anche figurativo. Poichè Sariel non è solo il villain della vicenda, ma nasconde degli oscuri segreti che dovranno col tempo essere compresi. Il suo animo è più antico di quanto ci si aspettasse, c'è questo dolore sordo che lo contraddistingue e maschera alla perfezione con il sarcasmo e il cinismo. Il personaggio grigio di Clara, si sta finalmente evolvendo e ciò che la contraddistinguerà sarà la contrapposizione con lo stesso Sariel. 
La loro coppia non è sicuramente delle più convenzionali, anzi. Ma ciò che suscita nel lettore il loro rapporto è qualcosa di oscuro e primordiale fatto da: passione ed erotismo non indifferenti. Entrambi come protagonisti si completano a vicenda, hanno luci ed ombre che possono essere comprese ed a volte anche apprezzate. Il loro rapporto è calibrato alla perfezione contrassegnato dai loro caratteri particolareggiati, ma soprattutto per ciò che li unisce. Si salveranno sempre a vicenda, a qualunque costo e contro chiunque.
L'autrice in questo volume non si concentra solo sull'aspetto dinamico della trama, ma in particolar modo anche nelle varie sfaccettature psicologiche. Le quali ammaliano il lettore fino all'ultima pagina. 

«Gli umani non sono completamente buoni o completamente cattivi.»
 
L'autrice anche qui capovolge il concetto di eroe come: bello e buono. Infatti, il nostro Sariel non è nessuno dei due, ammalia il lettore grazie al suo fascino e alla sua favella enigmatica. Il romanzo è particolareggiato dai tratti di vampirismo di Stoker e, soprattutto vi è una missione salvifica che propaganda lo stesso protagonista. Il villain per eccellenza: capovolge e manipola le sue azioni in proprio favore e, per ciò il suo operato verrà santificato. Enigmatico, antico e creatura dai tratti Biblici è così che possiamo riassumere l'essenza del vero protagonista. Ma la cosa fondamentale è sopperire alle sue mancanza con il personaggio di Clara e, l'autrice in questo volume ci è riuscita magnificamente. 
Anche in questo volume sotto mentite spoglie vi saranno delle tematiche sociali molto importanti: come il pregiudizio e la paura di essere scoperti. La penna sapiente della Bastianelli ci aiuterà a rompere gli schemi, a comprendere quanto sia complesso trovare il proprio posto nel mondo e soprattutto a come trovarlo nonostante le difficoltà. Il worldbuilding in questo volume diviene parte integrante della narrazione. Vi è una vera e propria evoluzione della scrittura dell'autrice poichè ci fornisce dettagli particolareggiati, come ad esempio anche la descrizioni dei tessuti per rispecchiare l'ambientazione circostante. 

La narrazione è più corposa e lineare, ammetto che a causa di alcune descrizioni ho dovuto interrompere la lettura per non perdere nessun dettaglio. Il lessico si evolve, diviene più forbito e ricco di elementi che caratterizzano il romanzo dalle tinte gotiche. Sicuramente in questo volume, rispetto al precedente, si riescono a percepire maggiormente le tinte dark del romanzo. I colpi di scena non mancheranno, saranno numerosi e dosati sapientemente per poter ammaliare il lettore e invogliarlo a procedere nella lettura. Punto a favore è: il finale. Il quale mi ha lasciato con il fiato sospeso e desiderosa di apprendere maggiormente il destino che Sariel aveva designato per loro. 

E tu sei pronto a affrontare un'altra avventura assieme a Sariel e Clara?

giovedì 13 luglio 2023

Recensione: "Una fame da lupi" di Adelaide Tamm.

 L'autrice con il suo romanzo ci pone davanti a due scelte: rinascita o sofferenza. Quest'ultime sono facce della stessa medaglia e meglio non può essere spiegato dalla penna delicata della Tamm. Non si sceglie di avere un DCA (disturbo del comportamento alimentare) e, l'autrice e protagonista del libro ci fa conoscere, evocando l'empatia, il suo percorso verso la risalita dall'abisso. 


UNA FAME DA LUPI
Adelaide Tamm


Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Formato: Copertina flessibile &/ Ebook
Prezzo: Flessibile 9,90€ Ebook 6,64€
Pagine: 60
Trama: Il profondo baratro dei disturbi del comportamento alimentare in cui cade la protagonista di Una fame da lupi di Adelaide Tamm è indice di un enorme disagio psicofisico generato da incomprensioni, senso di inadeguatezza e assenza di autostima. Incapace di combattere contro i Lupi e di far valere le proprie ragioni, soccombe e dichiara guerra a sé stessa, ingurgitando tutto il suo disagio per poi riversarlo e liberarsene. Adelaide tratteggia una storia molto delicata, legata ai disagi alimentari e a ciò che comporta condividerne le conseguenze con l'ambiente circostante. È un racconto-testimonianza in cui la protagonista si regala un'altra possibilità; la consapevolezza la induce a intraprendere un percorso in cui una debole luce in fondo al tunnel si intravede: è quella della salvezza, della rinascita. Il romanzo breve della nostra brava Autrice sarà d'esempio alle tante persone che costantemente condividono i loro disagi con le alterazioni del comportamento alimentare: piaga della società moderna, testimoniante la disagevole appartenenza ad un mondo che si avverte sempre più estraneo a sé stessi.

I Lupi voraci divorano l'essenza dell'autrice, la sbranano dal profondo dalle sue membra alla sua mente. Tutto diviene buio, spaventoso ma allo stesso tempo confortante. Il malessere psicologico diviene un malessere anche fisico, la somatizzazione e la paura di far uscire i Lupi allo scoperto sono troppo da poter sopportare.  
Sentirsi invisibile agli occhi degli altri ma allo stesso tempo percepire gli loro occhi che indagano sul quel corpo di cui non senti più di esser padrone. I DCA si sviluppano in modo subdolo, la mente della persona non riesce a riesce a comprendere il circolo vizioso in cui è fin quando non è messo di fronte all'evidenza. Adelaide Tamm aveva paura che uccidendo i Lupi la sbranassero, ma è stata lei a sbranare loro. 
Le pagine di questo romanzo breve traspirano dolore, rinascita, paura ma anche tanta determinazione per la risalita dall'abisso. Il buio ha scrutato l'anima della scrittrice, ha cercato di avvizzire il suo essere e di recidere la sua linfa vitale. Il suo corpo racconta una storia ma è anche la sua casa. Il volume ci colpisce per la sua capacità evocativa, mettendoci di fronte alle paure e le difficoltà sviluppate a causa di un DCA, una realtà odierna ma così tanto sottovalutata. Ci presenta non solo le difficoltà affrontate ma anche quanto sia essenziale il contesto sociale e di quanto spesso la nostra società non mostri empatia nei confronti di una persona che soffre.

Adelaide Tamm pone attenzione sull'invisibilità del dolore degli altri, costringendoci anche a un esame di coscienza per apprendere che se una persona soffre non sempre riesce a esternarlo. Il tema della rinascita dopo la sofferenza permea ogni pagina. Una nuova possibilità di riscatto e della forza che ne traiamo dall'uscita dal tunnel. Una forza che ci spinge a andare avanti non dimenticando ciò che è stato, ma facendolo proprio. Un elemento essenziale è quello di comprendersi, di chiedere aiuto e di piangere se è necessario. Poter autodeterminarsi è ciò che la stessa autrice invita il lettore, a affrontare i suoi Lupi a testa alta. 
Una penna delicata che ci racconta il dolore di una donna fra rinascita e abbandono. Un rinnovarsi costantemente verso le cattiverie della vita, dalla crudeltà gratuita dell'altro. Le insidie della vita a cui dai molto e ricevi soltanto briciole è questo che vuole trasmettere l'autrice: l'autenticità di un gesto. 
L'essere autentico e genuino di fronte a tutto ciò che circonda e ci accade, sempre nonostante tutto. La storia di Adelaide mi è entrata nel profondo a tal punto da scavarmi l'anima. Durante la lettura ho pensato molto a una canzone di Michele Bravi, "Storia del mio corpo" e credo sia doveroso citarlo. 
«Il mio corpo è una casa che mi porto addosso
Sopra i muri ha scritto quello che è successo
L'ho buttato sopra una poltrona senza cura
Come fosse di un'altra persona
E l'ho spogliato e dato al vento come una bandiera
L'ho aperto e chiuso come avesse dietro una cerniera
E l'ho sentito urlare vivimi, vivimi, vivimi.»
Il lessico è semplice e diretto, proprio che la narrazione fosse un racconto della propria storia al lettore stesso. La delicatezza dei temi trattati ci ammalia e rapisce, per non parlare per la "leggerezza" della prosa. La Tamm entra in empatia con il lettore e, grazie alla brevità dei capitoli e le canzoni a ogni inizio ci fa addentrare nel suo baratro.
Ma la risalita arriverà, seppur con lentezza, finalmente si potrà vedere la luce. 
 
Se guardi a lungo nell'abisso, 
l'abisso guarderà dentro di te.

martedì 11 luglio 2023

Recensione: "Gruppo sostegno ragazze sopravvissute" di Grady Hendrix.

 Un romanzo dai toni ironici e taglienti. "Gruppo di sostegno per ragazze sopravvissute" ci presenta delle eroine che sono sopravvissute a dei massacri. Donne che prendono a calci i propri mostri, cercando di superare il trauma e l'orrore vissuto durante quegli episodi. Una mente distorta e un mostro che torna a perseguitare le sopravvissute, sapranno affrontarlo nuovamente?


GRUPPO SOSTEGNO RAGAZZE SOPRAVVISSUTE
Grady Hendrix

 (4-)

Editore: Libri Mondadori
Formato: Copertina Rigida & Ebook
Prezzo: Rigido 21,00€ Ebook 10,99€
Pagine: 312
Trama: Nei film horror, le ragazze sopravvissute sono quelle ancora vive quando scorrono i titoli di coda. Sono riuscite nella non facile impresa di superare la peggiore notte della loro vita... Ma cosa succede dopo?

Anni prima Lynnette Tarkington è sopravvissuta ad una strage nella sua casa, è l'unica ad essere ancora in vita. Attualmente è una donna di mezza età che ha sviluppato delle abitudini alquanto particolari per proteggere sè stessa. Come se il mostro la stesse ancora inseguendo dopo tutti quegli anni. La stessa protagonista delle sei non è che un antieroe per eccellenza, vinta dalla sua esistenza e con principi di paranoia. Lynnette non ha ancora superato il suo PTSD (disturbo post traumatico da stress) e, a causa del suo atteggiamento iperprudenziale spezzerà quell'equilibrio (immaginativo) che si era creato con il gruppo di supporto.
Esistono ben sei sopravvissute, ognuna delle quali ha vissuto cose indicibili e caratterizzate da molta violenza. Lynnette non si rende conto di ciò che accade alle componenti del gruppo, è come se confidasse sono in loro e credesse che oltre quelle forti donne non vi sia più umanità. 
Ma la storia di Lynnette non è la sola che sconvolge il lettore, vi saranno le componenti del gruppo che hanno rivoluzionato tantissimo ogni vicenda. 

Le sei ragazze protagoniste sono state coinvolte, senza volerlo, in sanguinari fatti di cronaca: uniche sopravvissute a efferati assassini. Sono divenute presenze icone nell'immaginario collettivo. Con interviste alla ricerca di dettagli scabrosi e le loro storie hanno incominciato a costituire la sceneggiatura di film horror di genere slasher.
Come già citato in precedenza ognuna affronta il proprio trauma in modo differente: c'è chi ha inseguito la fama, chi si sente in trappola, chi si commisera e chi cerca di evadere dal suo oscuro passato. Ognuna delle donne si contraddistingue per il loro delineamento psicologico: Marylin elegante e educata (ma con qualche scheletro nell'armadio), Heather fragile e allo stesso tempo impulsiva, Julia furiosa con il mondo e l'autocommiserazione di Lynnette. Quest'ultima rimane a crogiolarsi su ciò che è stato, sul senso di colpa provato e su ciò che avrebbe potuto evitare di fare. Non si può vivere un'esistenza a pensare a ciò che il mostro ha compiuto, bisogna reagire e lottare con i denti e con le unghie.
Ma i mostri incominciano a bussare alle loro porte, arriverà finalmente il momento per Lynnette di passare da vittima a vera sopravvissuta?
«Gli uomini non devono prestare attenzione come facciamo noi. Gli uomini muoiono perché commettono errori. 
Le donne? Noi moriamo perché siamo femmine.»
La penna dell'autore ci descrive una violenza realista ed è il riflesso delle menti contorte dei serial killer, il tutto viene mescolato alla perfezione per rendere la lettura leggera. All'interno del romanzo troveremo anche degli articoli sui film slasher adolescenziali, basati proprio sulle storie delle sopravvissute. Hendrix si rifà molto alla cinematografia degli horror.
E' un romanzo che mi ha rapito sin dalla prima pagina ed ho fatto davvero difficoltà a metterlo giù. Ovviamente rifacendosi molto a scene crude, consiglio la lettura a persone non facilmente impressionabili. Il romanzo presenta alcuni elementi TRIGGER che possono urtare la vostra sensibilità quali: violenza, omicidio, sangue. Fondamentalmente, se sei un fan dei film slasher della vecchia scuola degli anni '70, '80 e '90, questo è proprio pane per i tuoi denti. 
Hendrix ha creato un thriller avvincente con delle note cinematografiche non indifferenti, che non solo donano al romanzo dinamicità ma anche flessibilità. Le psicologie delle sopravvissute colpiscono e ammaliano, ad ogni loro azione corrisponde una reazione e ci dimostrano che non sempre bisogna essere coraggiose contro i propri mostri. 

«Morire non è la cosa importante. 
Non è altro che un segno di punteggiatura al termine della vita. 
Ciò che conta è quello che è accaduto prima. 
Molte persone la saltano a piè pari, la punteggiatura.»
"Gruppo di sostegno ragazze sopravvissute" è un romanzo caratterizzato dalla leggerezza e dall'essere magnetico. Lo considero una lettura adatta all'estate proprio per la sua leggerezza. Il lessico utilizzato è semplice e diretto al lettore, volto proprio a colpirlo e far sembrare la lettura come se si stesse guardando un film. Invece, la narrazione seppur scorrevole in alcuni punti ho trovato delle piccole falle che hanno fatto rallentare la lettura. Ho apprezzato molto le dinamiche e i colpi di scena, ma ammetto di esser rimasta leggermente delusa per il finale mi sarei aspettata molto di più. 
L'autore si concentra molto sull'apparenza del romanzo, ovvero far sembrare di star vedendo un film. Per gli amanti del genere questa è una vera e propria chicca da non perdere assolutamente. 


E tu, sei pronto a affrontare i mostri assieme alle sopravvissute?

giovedì 15 giugno 2023

Recensione: "Le notti di Cliffmouth - Luci verdi dall'Inferno" di Mattia Manfredonia.

 Un fantasy dalla tinte cupe e tradizionali, che ribalta gli stereotipi. Mattia Manfredonia ci teletrasporta nelle terre piovose di Vespria. Il dark fantasy si mescola a degli aspetti thriller, dando luogo a un romanzo intrigato e ricco di suspense sin dalla primissima pagina. 


LE NOTTI CLIFFMOUTH - LUCI VERDI DALL'INFERNO
Mattia Manfredonia

 

Editore: Lumien
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 18,00€ Ebook 7,99€
Pagine: 456
Trama: La tempesta incombe sulla rupe di Cliffmouth. Diaboliche presenze nella nebbia e misteriose sparizioni terrorizzano gli abitanti. Alla Bruma Smeralda, l’unico luogo che sembra resistere alle forze oscure, avventori di tutte le razze indagano sui fatti occulti che infestano il villaggio: chi trama le sparizioni degli abitanti? Quali potenze si celano nella foresta con il favore della nebbia? La novizia Cordelia e l’insolita madama Hazebelle muovono i primi passi dell’indagine alla ricerca di un colpevole, guidate dai dettami delle Dame del Cordoglio, l’ordine incaricato di epurare il mondo dai Maligni, le streghe e le discendenze dei diavoli sulla terra. Il tempo stringe, altre creature camminano nella notte: wendigo, fantasmi e antichi sortilegi corrompono le terre della rupe. Quale forza oscura vuole impadronirsi del villaggio? E chi governa le verdi luci fluttuanti che sembrano provenire direttamente dall’Inferno?

Il romanzo apre lo scenario a moltissimi personaggi, in particolare la novizia Cordelia e Madama Hazebelle. La prima rappresenta proprio lo scetticismo, la voglia assopita di conoscere e scovare le tradizioni proibite. La Madama con il suo essere saggia e pacata condurrà la novizia verso un'avventura movimentata. L'autore non risparmia sfaccettature delle protagonisti, il romanzo è variopinto di personaggi singolari i quali alcuni caratterizzati altri un po' meno (sicuramente verranno approfonditi nel secondo volume di questa dilogia). Nessun personaggio è superfluo o lasciato al caso, l'autore riesce a giostrare le loro vite come se fossero i burattini di un intricato disegno. I personaggi l’elemento caratterizzante di questo romanzo dark fantasy. Tutti gli elementi sono gestiti in modo efficace così come: la caratterizzazione, varietà e originalità degli stessi. I pregi e i difetti che li caratterizzano sono essenziali per delineare dei personaggi non coloriti, ma grigi così come l'autore ce li presenta. 
Mattia Manfredonia gioca con gli stereotipi del fantasy e li capovolge. Inserisce: diavoli, orchi e nani in un contesto che ricorda molto lo stile di Lovecraft e e che di tanto in tanto ci conduce nel macabro. 
Pagina dopo pagina, con uno stile affilato dipinge il profilo di Cliffmouth, vera protagonista del romanzo. Un luogo oscuro dove luce e ombra si mescolano, luce ed ombra sembrano ormai sfiorare le pagine del nostro essere e dove tutti i cittadini sembrano nascondere degli oscuri segreti.
«Spettri, fantasmi, folletti, streghe e diavoli. Sussurri nella notte, sagome nella nebbia, orrori e ogni altra stortura che questa terra maledetta ha da offrire. Sorridete, mastro Karjack? Beh, è giusto. Per uno del Continente saranno pure assurdità, ma qui non lo sono. Ogni leggenda ha un fondamento. Ogni diceria nasconde qualche verità che il popolo ha mal digerito.»

L’autore incuriosisce, intriga il lettore e riesce a trasmettere attraverso la sua penna un’atmosfera di tensione dalle tinte horror-gotiche. Con maestria e abilità costruisce anche l'elemento enigmatico, ovvero l'indagine a cui stanno lavorando le due dame. In modo sapiente costruisce l'intrigo, lasciando ogni indizio e dettaglio sulla scena facendoci comprendere che nulla è lì per caso e che il lettore deve riuscire a cogliere i segnali. 
Così come già anticipato, nulla viene lasciato al caso e infatti il lettore si troverà di fronte a una situazione più complessa rispetto alle aspettative.
Durante la lettura capiterà di imbattersi in un elemento classico del fantasy, ma l'autore lo capovolgerà e sfaterà tutte le credenze, creando così atipia della visione classica. Interessante è sicuramente l'elemento del sistema magico, poichè vi sono delle regole alle quali si dovrà sottostare e quest'ultime saranno legate alle parole (unico vincolo). All'inizio entrare in questo grande meccanismo sarà arduo, ma ammetto che sul finale si riusciranno a comprendere molte più cose. Accadono moltissimi eventi intinti della magia, unica nota sarà un po' l'essere frastornati sul come si è raggiunti quella determinata conclusione utilizzando la magia. 

La trama cresce e si sviluppa in cinque parti e tanti capitoli. Man mano che la tensione e l’orrore crescono il lettore è costantemente intrigato dai misteri e dai colpi di scena diluiti all'interno del romanzo. La penna di Manfredonia è pungente, si rivolge al lettore senza mezzi termini. Ogni elemento è stato pianificato non solo per stupire il lettore, ma soprattutto per riuscire a stravolgere ogni credenza fatta sul romanzo. 

«Fai del dolore un motore, una vocazione, ma l'assolutezza che gli attribuisci rivela soltanto la tua presunzione.
 Il dolore, se sfruttato per mera rivalsa privata, non vale più della bramosia di ciò che aneli purgare.»

La vera protagonista della vicenda è la stessa Cliffmouth, Manfredonia si concentra particolarmente sui dettagli e nel worldbuilding per poter creare le atmosfere cupe e uggiose della cittadina.  Grazie alle descrizioni fotografiche dell'autore sono riuscita a scorgere la fitta nebbia che anela sulla cittadina e, il cielo grigio che la contraddistingue. In questo libro dalle atmosfere dark e occulte ci troveremo catapultati in una cittadina la cui ambientazione ricorda molto la parte gotica dell’Inghilterra del 800, che io modestamente amo. Essenziale è la descrizione della società, la scissione di chi vive da una parte all'altra del Mare dei Sussulti. Il worldbuilding non solo colpisce ma anche la variegata popolazione di creature che costellano queste pagine. Vi è uno studio ricercato tra i loro rapporti, la società economica e soprattutto l'alleanza di razza diverse che ci vengono presentate. 

Il lessico utilizzato è a tratti ricercato e poetico, ma spesso viene utilizzato in modo sapiente. Ammetto che ciò ha contribuito a rallentare di molto la lettura, una dei pochi aspetti che non mi hanno fatto impazzire del romanzo. La narrazione seppur lineare e descrittiva, a causa del lessico utilizzato si rischiava di incappare nella lentezza ma ciò che teneva viva la curiosità sono stati i numerosi intrighi. L'autore mette a nudo una realtà Ottocentesca tra le sue sfaccettature di pregi e difetti, ne costruisce una trama complessa e sapiente che stupirà il lettore fino all'ultima pagina. L'azione che troverete all'interno del romanzo si concentrerà nell'ultima fetta, all'inizio vi sembrerà tutto statico ma in realtà vi è la suspense che si alimenta in voi per proseguire la lettura. Un romanzo atipico e dalle tinte dark "Le notti di Cliffmouth" è un esordio di tutto rispetto e, sono molto curiosa di come andrà avanti la vicenda.

Sei pronto ad approdare a Vespria? 
Mi raccomando, non dimenticare l'ombrello!

lunedì 8 maggio 2023

Recensione: "Stelle meccaniche" di Alessia Principe.

Carne, ossa e innesti. Il romanzo di Alessia principe apre lo scenario e una realtà totalmente differente dalla nostra. Un distopico degno di nota del mondo che conosciamo rimarranno soltanto delle briciole insignificanti. Dai tratti onirici la penna della Principe ci catapulta verso un'avventura degna di essere vissuta e mettendo al centro l'essere dei protagonisti, il lettore si ritroverà invischiato in questa vicenda senza nemmeno accorgersene.


STELLE MECCANICHE
Alessia Principe

 (4-)

Editore: Moscabianca Edizioni
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 14,90€ Ebook 4,99€
Pagine: 320
Trama: La stella artificiale Meti prometteva energia eterna per il pianeta, ma dopo essersi accartocciata su sé stessa ha causato la fine del mondo per come lo conosciamo. Da due secoli la Terra è in mano agli Arcolai, una casta di potenti che utilizza i Resti, ammassi entropici di ricordi cristallizzati, come energia. La popolazione non conosce l’aspetto del sole, e la volta celeste è un ammasso di meccanismi fasulli. Uomini e donne sono sfruttati come pezzi di ricambio e forza lavoro, o assoldati come pescatori entropici di Resti. Eppure, tra le pieghe del tempo sembra esserci la soluzione. Alessia Principe crea un intreccio di voci e ricordi all’interno di un mondo che si affanna per ritrovare ordine e pace, dal passato fino al presente di Tito e Giosuè, due bambini in attesa di ricevere un trapianto, fortuna che spetta ormai ai più privilegiati. “Stelle meccaniche” racconta di desideri che per avverarsi sfidano l’entropia e il caos, e come sopravvivere a un disastro senza mai perdere di vista la propria umanità.

L'autrice tessa intorno ai propri personaggi una trama fitta e complessa, così come i loro animi. Tito, Giosuè e Miriam ( e tutti gli altri) hanno una psicologia complessa.
Diverse sfaccettature colpiranno il nostro Io più profondo, poichè determinate dinamiche ci rimarranno addosso senza lasciarci più. 
Giosuè e Tito sono i principali POV della storia, tra quelle pagine si crea e consolida la loro amicizia. Un sentimento così puro all'interno di un mondo così crudele e vasto. I bambini sono vittima di un sistema, loro non hanno colpe, e stanno aspettando quell'innesto da troppo tempo. E sarà proprio quell'attesa agognata che farà smuovere le acque ormai troppo calme da secoli. 
Allo stesso tempo il POV viene alternato con una terza voce, quella di: Miriam. Miriam è caparbia, testarda ma molto intelligente. Il suo POV è singolare poichè sono dei flashback che spiegano alla perfezione che le sue azioni hanno avuto delle conseguenze sul futuro. Proprio in quel futuro che Tito e Giosuè stanno sopravvivendo per non perdersi e non venire annientati dalla società che li circonda. Gli esseri umani sono divisi tra chi ha del talento, vivendo un'esistenza pacifica, e chi n'è sprovvisto, il quale deve sopravvivere per non esser utilizzato come pezzo di ricambi organici. Essenziale è quando la medaglia si rovescia: l'utopia di avere un talento e di vivere come ci si aspetta diviene una distopia dove il talento diviene una vera e propria forma di discriminazione. 

«Forse è una malformazione, una maledizione, non saprei.
Posso nascondermi nella mia mente, entrarci dentro e chiudermi in certe stanze.
E' un regalo di mio padre, mi piace pensare così; lui ci riusciva. E sto bene quando succede, ma non posso rimanerci troppo al lungo. Forse un giorno ti porterò lì con me.»

Ciò che colpisce del romanzo della Principe non è solo la vicenda, poichè la trama e i personaggi riescono a travolgerci ma anche l'ambientazione. Ci ritroveremo in un pianeta ben lontano dal nostro immaginario e, soprattutto da quello in cui viviamo. Abbiamo uno stravolgimento di proporzioni apocalittiche, della vecchia Terra rimangono soltanto bricioline di umani sparsi e soprattutto rassegnati al proprio destino. 
I Resti che contaminano l'aria divengono fonte di energia. Ma cosa sono questi Resti? Sono i ricordi di ciò che vi era una volta, dei ricordi forti che fluttuano in giro sul nuovo pianeta. Il mondo che avvolge il romanzo non vi è democrazia, solo ai più talentuosi è permesso di poter sopravvivere sul nuovo pianeta. Il worldbuilding che ci troviamo a fronteggiare è ipertecnologico, però allo stesso tempo tutto ciò viene legato semplicemente al ricordo del pre-apocalisse. 
«Dalla luce fu buio in un istante.»
Il romanzo di Alessia Principe non è per tutti. Il connubio di distopia e fantascienza è spesso difficile da poter amalgamare, ma l'autrice ha tessuto una trama ricca di dettagli e di elementi ricchi di simbolismo. La narrazione del romanzo è dai tratti fluidi, nonostante all'inizio abbia riscontrato della difficoltà nel procedere poichè ero confusa dai vari POV. Il lessico utilizzato è semplice ma ricercato, una vera sorpresa. Ciò dimostra un'abile maestria nel ricercare l'attenzione del lettore. 
Ciò che ammalia non è solo la vicenda, ma anche le psicologie dei personaggi. I quali sembrano così reali da poter stravolgere il nostro mondo e non solo. "Stelle meccaniche" è un romanzo fatto di speranza, rassegnazione, disperazione e ingegno. Un libro che colpisce e arriva fin dentro l'essere del lettore, lasciandolo a fine lettura con la speranza di qualcosa di più. Come già citato, la trama colpisce e ammalia. I colpi di scena sono dosati e calibrati, l'autrice vi terrà fino alla fine col fiato sospeso e la speranza nel cuore.


Atmosfera steampunk, innesti e tanta voglia di vivere. Aiuterai Tito e Giosuè?

mercoledì 12 aprile 2023

Recensione: "Velhot - Il Maestro delle Anime" di Chiara Bastianelli.

"Velhot - Il Maestro delle Anime" ci ripropone la tradizionale visione del vampiro. Chiara Bastianelli ci presenta la sua saga dai toni dark fantasy e dai tratti paranormal. La giovane protagonista Clara s'imbatte nel morbo che sta affliggendo la sua cittadina, ma l'incontro con Sariel le stravolgerà la vita. Le creature della notte non risparmiano nessuno e, lei sarà pronta ad affrontare la realtà che la circonda?


VEHLOT - IL MAESTRO DELLE ANIME
Chiara Bastianelli

 

Editore: Self Publishing
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 12,99€ Ebook 2,99€
Pagine: 298
Trama: Clara vive da vent'anni in un villaggio bigotto che le sta troppo stretto. La speranza di un cambiamento viene improvvisamente riaccesa quando, nel suo piccolo paese, arriva un misterioso straniero. Clara rimane stregata dal fascino antico, rigido e inflessibile di quest'uomo, ma rimane inizialmente scettica, non cedendo alle parole seduttrici e studiandolo meticolosamente affidandosi alla ragione. Quello che scoprirà sul conto dell'uomo sconvolgerà completamente le sue credenze, minando le salde fondamenta sulle quali esse sono fondate.

Il personaggio di Clara incarna l'essenza della ribellione e del voler rompere gli schemi. Nata in un paesino che le sta stretto, la protagonista si sente inadeguata al ruolo sociale che dovrebbe ricoprire per la sua età. All'età di vent'anni dovrebbe metter su famiglia ed avere una prole, ma Clara si sente inadeguata per quel ruolo e preferisce metter il naso in mezzo ai libri piuttosto che avere un bambino. Empatizzare con la protagonista sarà molto facile, poichè la sua genuinità e la sua innocenza riescono a colpirci nel profondo.
Nonostante non abbia amato i suoi "colpi di testa" o la troppa devozione verso chi non lo merita, il suo personaggio risulta psicologicamente reale. Clara, incarna ciò che l'animo umano brama. Le sue incertezze e insicurezze ricordano molto le paure esistenziali del sentirsi non compresi o anche accettati dalla società che ci circonda. La protagonista investe un ruolo essenziale emotivamente e, spero di poter conoscere il suo essere anche nel secondo volume per poter comprendere a pieno la sua essenza. 

L'incontro con Sariel, uno straniero che giunge al villaggio stravolgerà la sua esistenza. Il protagonista maschile ha una psicologia complessa e manipolativa.
La sua favella riesce ad ammaliare anche le menti più argute. Singolare è non soltanto la sua psicologia ma anche il suo aspetto. Il personaggio di Sariel non è il classico belloccio che si può incontrare nei romanzi, ma anzi ha un aspetto intrigante e dai tratti cupi. Non rispetta i canoni che gli vengono imposti, anzi è un personaggio che si scrive da solo il proprio destino. Sariel è saggio, arguto e anche crudele. Non dobbiamo mai dimenticare il suo lato peggiore, poichè è proprio così che la Bastianelli ci mostra il personaggio. Dobbiamo dare uno sguardo del suo "lavoro" sulla società con occhi diversi, il suo morbo si espanderà e con esso le sue idee. Essendo sempre stata affascinata dal mondo dei villains, conoscere tale figura mi ha permesso di guardare la storia con occhi differenti. Sariel è sentimentale con chi prova un sentimento profondo di devozione ma, la sua crudeltà può sfociare anche nei momenti meno opportuni. 

I poteri di vampirismo che ha Sariel ripercorrono le vecchie orme di Bram Stoker. Non abbiamo più la concezione del vampiro "bello e dannato" o che al sole "sbrilluccica". L'autrice ritorna alla tradizione vampiresca, dove il vampiro attraverso il suo morbo procede con la sua progenie. Una progenie singolare quella di Sariel, dai tratti distruttivi e dilapidatori di vittime. Il sangue diviene motivo di nascita e di dissetamento. 
Sariel è una creatura divina e leggendaria, la sua conoscenza sul mondo degli umani si fonderà con l'innocenza di Clara. Il loro rapporto cresce via via che le pagine scorrono sotto i nostri occhi, non è il fulcro della storia la parte romance ma diviene parte integrante di essa. Gli intrighi, il fato e anche la curiosità saranno i motori della vicenda che vivremo nel romanzo.

Sotto mentite spoglie le tematiche di denuncia sociale ci ammalieranno. La penna sapiente della Bastianelli ci parla di come rompere gli schemi e di quanto sia essenziale trovare il proprio posto nel mondo. Clara si sente come se non appartenesse alla sua epoca e al suo villaggio bigotto, sente che non potrebbe mai far parte di esso.
Un inno alla rivoluzione interiore ma anche a ciò che ci circonda. Poichè il morbo espandendosi non solo è sinonimo di potere ma anche di rivoluzione, in contrapposizione alla passività dell'animo umano. Sariel e Clara sono le metafore perfette per il connubio di sensazioni contrastanti dell'animo del lettore. 

La narrazione è veloce e dinamica, in alcuni punti acerba. Il lessico utilizzato seppur articolato necessitava di una piccola rivisitazione, nonostante ciò il romanzo è più che consigliabile. Si denota in alcuni punti che il romanzo, essendo il primo dell'autrice, ha dei tratti un po' più ostici. Credo fortemente che la scrittura evolva con lo scrittore e che il secondo volume ci possa riservare delle vere e proprie sorprese.
I personaggi sono singolari, per non parlare della ripresa della tradizione vampiresca. Ho apprezzato rompere gli schemi su: personaggi che non rispettano i canoni di bellezza ed età, la visione del vampiro non è più edulcorata ma crudele come è sempre stato e soprattutto la genuinità che traspare la protagonista femminile. Il finale mi ha lasciato col fiato sospeso, bramosa di conoscere di più sul destino dei protagonisti e perchè no anche di ciò che sono i piani di Sariel. 

E tu, sei pronto a vivere questa nuova avventura assieme a Clara e al saggio Sariel?

giovedì 30 marzo 2023

Recensione: "Le Sorelle Hollow" di Krystal Sutherland.

"Le Sorelle Hollow" è una fiaba dark dai temi oscuri e ricca di elementi folkloristici. La penna della Sutherland ci fa addentrare nell'occulto più profondo e tetro. La psicologia dei personaggi ci travolgerà, così come la loro storia. Tre bambine che si volatizzano nel nulla durante la notte di Capodanno, per poi far ritorno un mese dopo solo con qualche caratteristica fisica differente. Cos'è successo alle sorelle? Che sia tutto il frutto di un gioco del destino?


LE SORELLE HOLLOW
Krystal Sutherland

 (4-)

Editore: Rizzoli 
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 17,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 360
Trama: Iris Hollow, diciassette anni, è sempre stata una ragazza strana. Quando lei e le sue sorelle erano bambine è accaduto qualcosa che non ricordano ma che ha lasciato a tutte e tre un’identica cicatrice alla base del collo. I loro capelli scuri sono diventati bianchi come il latte. Gli occhi, da azzurri, lentamente sono diventati neri. Le persone le trovano intossicanti, insopportabilmente belle e inspiegabilmente pericolose. Le maggiori, Grey e Vivi, hanno abbracciato il potere del loro fascino e la mondanità, mentre Iris ha vissuto la sua vita da adolescente cercando di sfuggire alla stranezza che le si incolla addosso come catrame. Ma quando Grey scompare in circostanze sospette, ricordi spaventosi e immagini inquietanti cominciano ad affiorare alla memoria di Iris. Mentre cerca di ripercorrere le ultime tracce della sorella seguendo il bizzarro sentiero di briciole che la ragazza ha lasciato dietro di sé, diventa evidente che il solo modo per ritrovarla è decifrare il mistero di quanto accadde loro quando erano bambine. Ma più Iris si avvicina alla verità, più intuisce che la risposta che cerca è oscura e pericolosa, e che il mondo sovrannaturale che le ha lasciate tornare apparentemente illese dieci anni prima, ora sembra deciso a richiamarle a sé…

Iris è una ragazza semplice, ubbidiente e molto attaccata alla madre. Ma ciò che non ricorda è ciò che le è accaduto quando era una semplice bambina. Lei e le altre due sorelle sono sparite per un mese ad Edimburgo, per poi ritornare ma non sanno ciò che gli è accaduto.
Iris cerca disperatamente una risposta per poter ricostruire nella sua mente il ricordo di quel mese ma è come se la sua mente fosse annebbiata.
Negli anni le diagnosi sono state molte tra cui il disturbo post traumatico da stress, il quale comporta la rimozione dei ricordi traumatici. Ma Iris sente che qualcosa nella sua persona non va. Perchè prima dell'incidente avevano i capelli castani e gli occhi come il mare? Perchè la loro chioma era diventata candida e i suoi occhi neri come la pece? Sono domande che si infligge e che non riesce a comprendere, ma che allo stesso tempo divengono parte integrante della sua esistenza. La sua psicologia è stratificata dall'innocenza, non vi è nessun atteggiamento malevolo. Anzi, lei stessa per proteggersi si limita a nascondere qualcosa che al mondo apparirebbe controverso. Ciò che salta all'occhio non è soltanto la relazione con le sorelle, ma in particolar modo con la madre la quale appare molto protettiva nei suoi confronti come se volesse proteggerla dai mali del mondo.

Le sorelle di Iris sono il suo antipodo. Vivi è carismatica, adrenalinica e dai tratti cupi. La possiamo rappresentare come la classica pecora nera della famiglia, la ribelle che si concentra principalmente per il suo bene per sfuggire alla sofferenza che prova dentro.
Un dolore sordo che la colpisce nell'animo, che la fa mutare e bere soprattutto nei momenti in cui i ricordi sbiaditi del suo passato incominciano a riaffiorare.
La sorella maggiore Grey è un personaggio particolare, l'autrice è riuscita a donarle quel pizzico per incuriosire il lettore. Il suo animo enigmatico, lo sguardo magnetico e dai tratti anche manipolativi intriga chi legge e non lo fa staccare dalle pagine. La sua presenza nella storia è magnetica e da tratti surreale, non si sa mai cosa pensa e cosa nasconde. Le briciole di pane che lascia dietro di sè sono talmente piccole ma allo stesso tempo ricche di dettagli succulenti.

La voce narrante della vicenda è Iris che attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi mancati riesce a farci percepire come magnetico e intrigante. Il suo personaggio mitiga le personalità delle sorelle infatti, è come un filtro che coinvolge nella lettura alla ricerca delle briciole lasciate da Grey. La sua visione riesce a filtrare l'aria cupa e travolgente del romanzo. 
Il worldbuilding costruito dall'autrice è abbozzato per quanto riguarda gli elementi odierni e di Londra. Sicuramente punto di forza è la parte occulta del romanzo, dove non mancheranno descrizioni vivide e scabrose. L'autrice si concentra fortemente per poter condurre il lettore a fare congetture ed a fantasticare sul destino delle tre sorelle. 
Da sottolineare sicuramente è la componente folkloristica che attinge le sue radici nella cultura celtica (una delle mie preferite). Non posso far a meno di negare lo stupore di aver quasi azzeccato il finale. Il quale mi ha lasciato senza fiato per la crudità con cui viene raccontato.
La narrazione è fluida dai tratti incalzanti, il lettore non riesce a staccarsi dalla vicenda nemmeno se volesse e, ammetto di aver divorato il romanzo in meno di ventiquattr'ore. Il lessico utilizzato è semplice e diretto, dai tratti forti e crudi così come la realtà che ci viene mostrata. Il romanzo ha numerosi punti di forza, ma avrei voluto che vi fosse più completezza. A fine lettura ho percepito che mancasse qualcosa, un piccolo elemento su cui avevo sperato che l'autrice si potesse concentrare.
Altro elemento che mi ha fatto un po' storcere il naso è stato l'epilogo, mi ha lasciato letteralmente con l'amaro in bocca. Mai mi sarei aspettata che si giungesse a una conclusione del genere. Non so se l'autrice abbia in mente un secondo volume, ma potrebbero anche esserci i predisposti adatti per renderlo una dilogia. La penna macabra della Sutherland è coinvolgente e ammaliante soprattutto per la storia che è riuscita a costruire. 

Le sorelle Hollow sono un macabro incubo e, riusciresti a svegliarti per sapere di più sul loro conto?