martedì 14 novembre 2023

Recensione: "L'Occhio del Gufo" di Andrea Butini.

L'autore, Andrea Butini, ci trasporta in un romanzo dark fantasy di tutto rispetto. Le tinte dark, claustrofobiche e ammalianti ci condurranno verso intrighi celati agli occhi di ogni uomo. A Rokhan, un discreto e piccolo paesino,  l'armonia che un tempo regnava sembra esser arrivata a un punto di rottura. Un omicidio avvenuto in una locanda mette in tavola ciò che il destino ha già scelto per gli abitanti del paese. Un romanzo fatto di tanti personaggi grigi, dalla dubbia moralità che ammalieranno il nostro animo e ci accompagneranno verso una lettura magnetica.


L'OCCHIO DEL GUFO
Andrea Butini


Editore: Oscar Mondadori
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 16,00€ Ebook 8,99€
Pagine: 432
Trama: Nella foresta di Rokthan, un piccolo, insignificante villaggio come ce ne sono tanti, gli animali cominciano a sparire. Sorin, un cacciatore, cerca di comprenderne il motivo. Ma la diminuzione delle prede non è la sua unica preoccupazione: da un paio di giorni, infatti, suo figlio Jas è vittima di strane crisi di violenza. Intanto, un vecchio straniero dall'aspetto emaciato che si fa chiamare Maestro fa la sua comparsa nel paese, portandosi dietro una scia di sangue e di misteri. Per indagare, il capitano Swain è costretto a chiedere aiuto al conciliatore Neth Roven, un uomo distrutto dalla perdita della moglie. E mentre i due si mettono sulle tracce del Maestro, altri eventi inquietanti rompono la quiete di Rokthan: stanno per giungere i pacificatori, soldati della lontana Vanhorn. E sembra che abbiano intenzioni tutt'altro che buone. Cosa sta succedendo davvero? Che collegamento c'è tra le prede scomparse, le crisi del piccolo Jas e l'arrivo del Maestro? E perché un borgo dimenticato da tutti è diventato improvvisamente così importante?

Inizia tutto così da alcuni ragazzini che si stanno aggirando nella foresta. Per loro sembra essere un gioco, d'altronde sono nell'età in cui il mondo ai loro occhi appare bello e colorato. Elin e Cassy, le due ragazzine, si separano dal gruppo ma ciò finisce per essere una vera scelta che le porterà all'inizio di un incubo senza fine. Nonostante le loro psicologie siano accennate, si può determinare che siano caratterizzate da una forte voglia di giustizia e di consapevolezza. Il primo che decide di muoversi verso questa spedizione alla ricerca delle ragazzine, è Jas. Quest'ultimo un ometto che ha letteralmente rapito il mio essere, specialmente per la sua grandissima forza di volontà ma anche perchè in lui vi è qualcosa di molto potente. Jas è sicuramente uno dei personaggi centrali della vicenda, di lui riusciamo a comprendere l'immenso potere che si nasconde ma soprattutto quanto sia necessario riuscire a comprendere il proprio potenziale. Da questo evento, si diramano così le storie dei personaggi. Ognuno è collegato alla trama in modo da intessere diversi intrighi per poter intrappolare il lettore in una tela di curiosità.
Andrea Butini riesce a creare un ottimo dark fantasy attingendo a tutti gli elementi fondamentali del genere, quali soprattutto: personaggi grigi e di dubbia moralità. Vedremo non soltanto il presente della vicenda ma vari flashback per poter ricollegare il più possibile i tasselli del puzzle. I personaggi principali compiono delle azioni che vanno contro la moralità dello stesso lettore, si interrogano su ciò che le loro azioni avranno sulla vicenda ma perseguiranno la propria strada senza ripensarci tante volte. Le luci e ombre che costellano l'animo umano e la linea sottile tra ciò che è etico e ciò che non lo è, verranno analizzati nel particolare lasciando il lettore attonito per via dell'introspezione. 
Nel romanzo compaiono anche dei personaggi secondari, dalla psicologia intrigante e determinante ma immagino che avremo a che fare con loro nel secondo volume. Poichè in particolar modo vi sono delle dinamiche che hanno stuzzicato la mia curiosità.

«L'Abisso arriva a inghiottirci! 
Siamo stati malvagi, e il Cerchio ci punirà con l'oblio.»
Un romanzo di notevole spessore, dotato di tutte le caratteristiche essenziali per emergere come un eccellente esempio di dark fantasy italiano. Le sfumature oscure, accuratamente distribuite in ogni pagina, aggiungono profondità e mistero alla trama. L'autore, con maestria, intreccia il fantastico con l'epico al dark fantasy, intrecciando un connubio di mondi ultraterreni e creature. Il worldbuilding è magistralmente congegnato, fornendo una descrizione dettagliata dell'ambientazione che, pur lasciando spazio all'immaginazione, presenta un livello di realismo che cattura l'attenzione del lettore. La caratterizzazione dei protagonisti contribuisce a conferire a ciascuno uno spunto di rilievo all'interno del worldbuilding. "L'Occhio del Gufo" attira il lettore per la sua trama enigmatica e di impatto. Andrea Butini con maestria e abilità si concentra a far introdurre ogni personaggio all'interno del contesto narrativo al momento giusto, ingegnando numerosi intrecci e sicuramente anche dei cambi di scena notevoli. Questa costruzione complessa, ricca anche di dettagli abbastanza scabrosi, poichè non dobbiamo dimenticare che essendo un dark fantasy vi è la necessità degli orrori che l'uomo può compiere. 
Il romanzo non è per tutti, quando ci si approccia alla lettura bisogna tener conto che vi sono dei trigger warning non indifferenti che potrebbero urtare la sensibilità del lettore (e, io ho uno stomaco abbastanza forte). Il tutto è condito da sotterfugi politici che contribuiscono alla lettura un tono quasi denigratorio verso gli orrori compiuti in passato dall'uomo stesso. Non dobbiamo dimenticare che vi sono dei grandi messaggi dietro il romanzo: sfidare il proprio animo e allo stesso tempo cercare il connubio tra luce e ombre.

«Dove sono stato trafitto vedo solo cicatrici chiare.
Ricordo di aver sentito le tenebre avvolgermi,
nonostante mi aggrappassi con tutte le forze alla vita,
per lottare ancora un po'.
Ricordo di aver sentito le loro lame 
attraversarmi il ventre, la schiena, il torace.
Perchè sono ancora vivo?»
Una narrazione potente e ricca di vibes oscure. La penna dell'autore ammalia fin dentro le ossa, tenta in tutti i modi di trasportarci all'interno del libro tramite la sua narrazione lineare e densa. Il dark delle pagine ci ammalia, ci conduce nella follia e nella ragione senza mezzi termini. Un romanzo che ci accompagna in questo autunno cupo, ma ancora caloroso, ma allo stesso tempo ci colpisce come un vento gelido in pieno viso. 
Le emozioni e l'adrenalina saranno alle stelle, non posso far a meno di sottolineare quanto sia potente la carica emotiva che ritroviamo nei personaggi tanto da riuscire a immedesimarsi. Una lettura che lascia senza fiato a causa della maestria nel destreggiarsi all'interno luoghi di morte e sanguinolenti. L'autore ci lascia proprio sul più bello, il finale diviene un dolceamaro impossibile da digerire ma che contribuisce alla curiosità per poter proseguire la storia con ansia e trepidazione. 

Sei pronto a immergerti nelle tenebre?

lunedì 16 ottobre 2023

Recensione: "Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa" di Michela Marzano.

 Michela Marzano attraverso la sua penna cruda e pungente ha dato voce a milioni di donne. Un romanzo inchiesta nel quale si sottolinea l'importanza di riuscire a comunicare al mondo le violenze subite. Anna, una protagonista fragile e dai tratti sicuramente non semplici, ci trasporterà nell'abisso oscuro e ci metterà in discussione su ciò che è consenso o meno. Un romanzo carico di significato, ma soprattutto molto attuale. 



STO ANCORA ASPETTANDO CHE QUALCUNO MI CHIEDA SCUSA
Michela Marzano


Editore: Rizzoli
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 19,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 296
Trama: Ci sono stati periodi in cui Anna ci ha creduto, alla parità. Quella che va oltre le apparenze, "che premia indipendentemente dal genere, quella cui non interessa se sei truccata e come c'hai le gambe, e mette sullo stesso piano maschi e femmine". Poi, però, come molte bambine e ragazze, puntualmente precipitava in quel bisogno, sempre lo stesso: essere vista, sentirsi preziosa. E, di fronte agli sguardi, alle mani, alle parole degli uomini, non riusciva a fare altro che cedere - spazio, voce, pezzi di sé. Abdicare al proprio corpo fino a sparire: come quella volta sul palco, lei che sognava di fare l'attrice e non riusciva a muovere un muscolo, divisa tra il desiderio di mostrarsi e il terrore di farlo davvero. Anche adesso, che lavora in radio e insegna in un master di giornalismo, l'istinto di ritrarsi per compiacere non l'abbandona mai del tutto. Poi, con i suoi studenti, si trova a discutere l'eredità del #MeToo a cinque anni dalla sua esplosione: da una parte loro, ventenni che scoprono la sessualità, dall'altra lei che ripensa al passato, a tutte le volte che ha ceduto. Quante sfumature diamo alla parola "consenso"? Quando possiamo essere sicuri che un "sì" non nasconda un'esitazione? Anna cerca colpevoli, ma non è sicura di potersi definire una vittima. Avrà bisogno di perdonare se stessa, guardandosi dentro con coraggio e onestà, per riuscire ad accettarsi e ad andare avanti. Michela Marzano invita lettori e lettrici a ragionare insieme con la curiosità e l'intelligenza che contraddistinguono la sua scrittura, in un romanzo che riflette sulle zone grigie e sull'ambiguità del rapporto che abbiamo con gli altri e con il nostro corpo.

Inizia così la storia di Anna, una donna che con distanza e senso di colpa racconta ciò che le accadde da bambina. Da lì un susseguirsi di eventi traumatici ai limiti del consenso e della violenza, che non solo dilaniano l'animo ma contribuiscono ad avere dei rapporti disfunzionali. Ormai donna ricerca la sua identità, un amore da sentirsi protetta e soprattutto compresa. Ma le ferite della violenza carnale ti rimangono indelebili sulla pelle e nell'animo e, quella pelle che tanto amavi diviene sinonimo di sporcizia. Nonostante i suoi racconti e ogni evento che diviene un susseguirsi di attimi di violenza, Anna si batte come docente a dar voce e soprattutto a illuminare le giovani menti sul consenso e su quanto sia sottile il confine con un "no". 
Michela Marzano ci accompagna in questo viaggio senza mezzi termini e parole dolci, Anna è solo la prima voce a far luce su ciò che il mondo e il patriarcato può farti. Un flusso di pensieri che ci accompagna tra le pagine spinose del romanzo, la voce di Anna flebilmente si mette a nudo e spera che anche questa volta non sia colpa sua. 
La domanda centrale del romanzo ronza attorno ad Anna da sempre: "Ma come fanno le donne a farsi rispettare?" E nonostante i suoi momenti di crisi, di colpa e soprattutto di rinascita ci domandiamo: "Cosa vuol dire essere rispettate?" In un mondo che non lascia spazio se non per il più forte, in un mondo radicato di patriarcato ma soprattutto dove la donna viene messe all'oscuro come si fa a esser rispettate? Le domande i "se non avessi fatto" vorticosamente ci trascinano nell'abisso della stessa protagonista, la quale si colpevolizza su ciò che è stato opprimendolo con il senso di colpa.

«Me l'hai detto che sono bella, me lo dicono tutti, 
lo dicono sempre prima di fare l'amore, la questione è dopo, 
sarò bella anche dopo? »
L'alternarsi di attimi di leggerezza e di profonda crisi, Anna osserva il mondo, prima attraverso la sua visione e poi attraverso gli occhi dei suoi studenti del master di giornalismo. Proietta lo sguardo in questo presente dominato da hashtag, social media e denunce che non effettuate. Anna sfida sia sè stessa che i suoi studenti ad affrontare il tema del consenso e delle molte violenze silenziate. Si alternano così i "se non avessi messo la gonna", "se quella sera non fossi andata a fare una passeggiata al parco", "se non mi fossi mostrata disponibile forse..." Questi famosi "se" rappresentano in realtà un'accondiscendenza implicita, inculcataci sin da bambine e, ciò che accade è sempre contro la nostra volontà. Michela Marzano ci guida in riflessioni delicate ma cruciali. Ho avuto l'impressione di partecipare a un profondo dialogo con la stessa protagonista, in cui le parole raggiungono il cuore e straziano l'anima con maggiore intensità. Ho apprezzato molto il fatto che anche la prospettiva maschile sia stata coinvolta nelle domande e nelle risposte nei suoi studenti del master. Ciò che viviamo e abbiamo vissuto è già passato, ma ciò non significa che alimentando la conoscenza altrui in futuro vi possa essere un'evoluzione. 
Un romanzo sotto mentite spoglie, emotivamente estenuante dall'inizio alla fine per via delle tematiche trattate. Il tema del consenso, della violenza e del loro confine viene trattato magistralmente in tutte le sue sfumature. 

«Sono pure brava e saggia e, quando mi ci metto sono pure capace a di dare buoni consigli.
Ma sono anche bugiarda. E rotta. E colpevole.»
La narrazione è fluida e scorrevole, alternata da pensieri e flashback della protagonista. Un lessico semplice, duro ma soprattutto d'impatto che ci fa pensare a ciò che accade nella vita. Un romanzo che tiene ai diritti della donna, che urla a gran voce cosa è giusto e cosa no. La Marzano si mette a nudo e ci intriga attraverso la sua prosa magnetica. Temi così forti e attuali che risvegliano anche nel lettore più scettico un briciolo di emozione e impotenza. Il finale ci libera da ogni sentimento negativo, finalmente Anna è libera di essere donna con delle cicatrici nell'animo.

Un romanzo che spacca dentro, sei pronto a vivere questa storia?

martedì 8 agosto 2023

Recensione: "Velhot - Il Mondo Riflesso" di Chiara Bastianelli.

 Questo secondo volume della Bastianelli ci presenta nuove sfaccettature di Clara e di Sariel. La penna dell'autrice è evoluta, divenuta in questo libro della serie molto più corposa e particolareggiata. La bontà di Clara si mescolerà al cinismo del Maestro Sariel. Quest'ultimo essendo il villain della vicenda, avrà dei progetti spietati e ricchi di particolari per il destino glorioso che li attende. Per scoprire il primo volume, ti lascio il link recensione qui.



VEHLOT - IL MONDO RIFLESSO
Chiara Bastianelli

 

Editore: Self Publishing
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 13,99€ Ebook 2,99€
Pagine: 438
Trama: Yhrlenam è una grande città, molto più di quanto Clara possa immaginare, colma di opportunità quanto di luoghi oscuri e spaventosi segreti. Un patto da rispettare. Un regno da sottomettere. Un mondo parallelo ai confini dell'immaginabile, del possibile e tangibile: il Mondo Riflesso. Davanti fondamentali scelte da compiere si uniranno terrore e coraggio, consapevolezza e potere, saldando, con mattoni più solidi e duraturi, fondamenta fiere. Incrollabili. Ma il veleno, si sa, distrugge tutto ciò che tocca.

Abbiamo lasciato nel precedente volume Clara e Sariel pronti a un nuovo destino, a un nuovo villaggio ed a un nuovo inizio. Questo secondo volume ci consente di entrare nel vivo della vicenda, non solo a livello strutturale ma anche emotivamente parlando. Poichè la staticità iniziale di Clara, che avevo riscontrato con il precedente volume, si evolve e muta verso la sua psicologia. L'oppressione dovuta alla mentalità ristretta del suo paesino abbandonerà l'animo della protagonista e, si sostituirà con la razionalità.
Nonostante in lei convivano l'incertezza dell'essere umana, il suo essere razionale diviene parte integrante della vicenda... Anche se i suoi "colpi di testa" sono ormai noti ai lettori e, non apprezzeremo tutte le sue scelte. La psicologia della protagonista sta finalmente evolvendo e prendendo forma per rivendicare il suo vero posto: accanto a Sariel.

Sariel finalmente esce allo scoperto con le sue doti manipolative e ammalianti. Il suo essere "non convenzionale" rapisce il lettore e lo trasporta assieme a lui nelle tenebre. Sicuramente amo maggiormente il suo personaggio, grazie proprio al suo spessore psicologico e anche figurativo. Poichè Sariel non è solo il villain della vicenda, ma nasconde degli oscuri segreti che dovranno col tempo essere compresi. Il suo animo è più antico di quanto ci si aspettasse, c'è questo dolore sordo che lo contraddistingue e maschera alla perfezione con il sarcasmo e il cinismo. Il personaggio grigio di Clara, si sta finalmente evolvendo e ciò che la contraddistinguerà sarà la contrapposizione con lo stesso Sariel. 
La loro coppia non è sicuramente delle più convenzionali, anzi. Ma ciò che suscita nel lettore il loro rapporto è qualcosa di oscuro e primordiale fatto da: passione ed erotismo non indifferenti. Entrambi come protagonisti si completano a vicenda, hanno luci ed ombre che possono essere comprese ed a volte anche apprezzate. Il loro rapporto è calibrato alla perfezione contrassegnato dai loro caratteri particolareggiati, ma soprattutto per ciò che li unisce. Si salveranno sempre a vicenda, a qualunque costo e contro chiunque.
L'autrice in questo volume non si concentra solo sull'aspetto dinamico della trama, ma in particolar modo anche nelle varie sfaccettature psicologiche. Le quali ammaliano il lettore fino all'ultima pagina. 

«Gli umani non sono completamente buoni o completamente cattivi.»
 
L'autrice anche qui capovolge il concetto di eroe come: bello e buono. Infatti, il nostro Sariel non è nessuno dei due, ammalia il lettore grazie al suo fascino e alla sua favella enigmatica. Il romanzo è particolareggiato dai tratti di vampirismo di Stoker e, soprattutto vi è una missione salvifica che propaganda lo stesso protagonista. Il villain per eccellenza: capovolge e manipola le sue azioni in proprio favore e, per ciò il suo operato verrà santificato. Enigmatico, antico e creatura dai tratti Biblici è così che possiamo riassumere l'essenza del vero protagonista. Ma la cosa fondamentale è sopperire alle sue mancanza con il personaggio di Clara e, l'autrice in questo volume ci è riuscita magnificamente. 
Anche in questo volume sotto mentite spoglie vi saranno delle tematiche sociali molto importanti: come il pregiudizio e la paura di essere scoperti. La penna sapiente della Bastianelli ci aiuterà a rompere gli schemi, a comprendere quanto sia complesso trovare il proprio posto nel mondo e soprattutto a come trovarlo nonostante le difficoltà. Il worldbuilding in questo volume diviene parte integrante della narrazione. Vi è una vera e propria evoluzione della scrittura dell'autrice poichè ci fornisce dettagli particolareggiati, come ad esempio anche la descrizioni dei tessuti per rispecchiare l'ambientazione circostante. 

La narrazione è più corposa e lineare, ammetto che a causa di alcune descrizioni ho dovuto interrompere la lettura per non perdere nessun dettaglio. Il lessico si evolve, diviene più forbito e ricco di elementi che caratterizzano il romanzo dalle tinte gotiche. Sicuramente in questo volume, rispetto al precedente, si riescono a percepire maggiormente le tinte dark del romanzo. I colpi di scena non mancheranno, saranno numerosi e dosati sapientemente per poter ammaliare il lettore e invogliarlo a procedere nella lettura. Punto a favore è: il finale. Il quale mi ha lasciato con il fiato sospeso e desiderosa di apprendere maggiormente il destino che Sariel aveva designato per loro. 

E tu sei pronto a affrontare un'altra avventura assieme a Sariel e Clara?

giovedì 13 luglio 2023

Recensione: "Una fame da lupi" di Adelaide Tamm.

 L'autrice con il suo romanzo ci pone davanti a due scelte: rinascita o sofferenza. Quest'ultime sono facce della stessa medaglia e meglio non può essere spiegato dalla penna delicata della Tamm. Non si sceglie di avere un DCA (disturbo del comportamento alimentare) e, l'autrice e protagonista del libro ci fa conoscere, evocando l'empatia, il suo percorso verso la risalita dall'abisso. 


UNA FAME DA LUPI
Adelaide Tamm


Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Formato: Copertina flessibile &/ Ebook
Prezzo: Flessibile 9,90€ Ebook 6,64€
Pagine: 60
Trama: Il profondo baratro dei disturbi del comportamento alimentare in cui cade la protagonista di Una fame da lupi di Adelaide Tamm è indice di un enorme disagio psicofisico generato da incomprensioni, senso di inadeguatezza e assenza di autostima. Incapace di combattere contro i Lupi e di far valere le proprie ragioni, soccombe e dichiara guerra a sé stessa, ingurgitando tutto il suo disagio per poi riversarlo e liberarsene. Adelaide tratteggia una storia molto delicata, legata ai disagi alimentari e a ciò che comporta condividerne le conseguenze con l'ambiente circostante. È un racconto-testimonianza in cui la protagonista si regala un'altra possibilità; la consapevolezza la induce a intraprendere un percorso in cui una debole luce in fondo al tunnel si intravede: è quella della salvezza, della rinascita. Il romanzo breve della nostra brava Autrice sarà d'esempio alle tante persone che costantemente condividono i loro disagi con le alterazioni del comportamento alimentare: piaga della società moderna, testimoniante la disagevole appartenenza ad un mondo che si avverte sempre più estraneo a sé stessi.

I Lupi voraci divorano l'essenza dell'autrice, la sbranano dal profondo dalle sue membra alla sua mente. Tutto diviene buio, spaventoso ma allo stesso tempo confortante. Il malessere psicologico diviene un malessere anche fisico, la somatizzazione e la paura di far uscire i Lupi allo scoperto sono troppo da poter sopportare.  
Sentirsi invisibile agli occhi degli altri ma allo stesso tempo percepire gli loro occhi che indagano sul quel corpo di cui non senti più di esser padrone. I DCA si sviluppano in modo subdolo, la mente della persona non riesce a riesce a comprendere il circolo vizioso in cui è fin quando non è messo di fronte all'evidenza. Adelaide Tamm aveva paura che uccidendo i Lupi la sbranassero, ma è stata lei a sbranare loro. 
Le pagine di questo romanzo breve traspirano dolore, rinascita, paura ma anche tanta determinazione per la risalita dall'abisso. Il buio ha scrutato l'anima della scrittrice, ha cercato di avvizzire il suo essere e di recidere la sua linfa vitale. Il suo corpo racconta una storia ma è anche la sua casa. Il volume ci colpisce per la sua capacità evocativa, mettendoci di fronte alle paure e le difficoltà sviluppate a causa di un DCA, una realtà odierna ma così tanto sottovalutata. Ci presenta non solo le difficoltà affrontate ma anche quanto sia essenziale il contesto sociale e di quanto spesso la nostra società non mostri empatia nei confronti di una persona che soffre.

Adelaide Tamm pone attenzione sull'invisibilità del dolore degli altri, costringendoci anche a un esame di coscienza per apprendere che se una persona soffre non sempre riesce a esternarlo. Il tema della rinascita dopo la sofferenza permea ogni pagina. Una nuova possibilità di riscatto e della forza che ne traiamo dall'uscita dal tunnel. Una forza che ci spinge a andare avanti non dimenticando ciò che è stato, ma facendolo proprio. Un elemento essenziale è quello di comprendersi, di chiedere aiuto e di piangere se è necessario. Poter autodeterminarsi è ciò che la stessa autrice invita il lettore, a affrontare i suoi Lupi a testa alta. 
Una penna delicata che ci racconta il dolore di una donna fra rinascita e abbandono. Un rinnovarsi costantemente verso le cattiverie della vita, dalla crudeltà gratuita dell'altro. Le insidie della vita a cui dai molto e ricevi soltanto briciole è questo che vuole trasmettere l'autrice: l'autenticità di un gesto. 
L'essere autentico e genuino di fronte a tutto ciò che circonda e ci accade, sempre nonostante tutto. La storia di Adelaide mi è entrata nel profondo a tal punto da scavarmi l'anima. Durante la lettura ho pensato molto a una canzone di Michele Bravi, "Storia del mio corpo" e credo sia doveroso citarlo. 
«Il mio corpo è una casa che mi porto addosso
Sopra i muri ha scritto quello che è successo
L'ho buttato sopra una poltrona senza cura
Come fosse di un'altra persona
E l'ho spogliato e dato al vento come una bandiera
L'ho aperto e chiuso come avesse dietro una cerniera
E l'ho sentito urlare vivimi, vivimi, vivimi.»
Il lessico è semplice e diretto, proprio che la narrazione fosse un racconto della propria storia al lettore stesso. La delicatezza dei temi trattati ci ammalia e rapisce, per non parlare per la "leggerezza" della prosa. La Tamm entra in empatia con il lettore e, grazie alla brevità dei capitoli e le canzoni a ogni inizio ci fa addentrare nel suo baratro.
Ma la risalita arriverà, seppur con lentezza, finalmente si potrà vedere la luce. 
 
Se guardi a lungo nell'abisso, 
l'abisso guarderà dentro di te.

martedì 11 luglio 2023

Recensione: "Gruppo sostegno ragazze sopravvissute" di Grady Hendrix.

 Un romanzo dai toni ironici e taglienti. "Gruppo di sostegno per ragazze sopravvissute" ci presenta delle eroine che sono sopravvissute a dei massacri. Donne che prendono a calci i propri mostri, cercando di superare il trauma e l'orrore vissuto durante quegli episodi. Una mente distorta e un mostro che torna a perseguitare le sopravvissute, sapranno affrontarlo nuovamente?


GRUPPO SOSTEGNO RAGAZZE SOPRAVVISSUTE
Grady Hendrix

 (4-)

Editore: Libri Mondadori
Formato: Copertina Rigida & Ebook
Prezzo: Rigido 21,00€ Ebook 10,99€
Pagine: 312
Trama: Nei film horror, le ragazze sopravvissute sono quelle ancora vive quando scorrono i titoli di coda. Sono riuscite nella non facile impresa di superare la peggiore notte della loro vita... Ma cosa succede dopo?

Anni prima Lynnette Tarkington è sopravvissuta ad una strage nella sua casa, è l'unica ad essere ancora in vita. Attualmente è una donna di mezza età che ha sviluppato delle abitudini alquanto particolari per proteggere sè stessa. Come se il mostro la stesse ancora inseguendo dopo tutti quegli anni. La stessa protagonista delle sei non è che un antieroe per eccellenza, vinta dalla sua esistenza e con principi di paranoia. Lynnette non ha ancora superato il suo PTSD (disturbo post traumatico da stress) e, a causa del suo atteggiamento iperprudenziale spezzerà quell'equilibrio (immaginativo) che si era creato con il gruppo di supporto.
Esistono ben sei sopravvissute, ognuna delle quali ha vissuto cose indicibili e caratterizzate da molta violenza. Lynnette non si rende conto di ciò che accade alle componenti del gruppo, è come se confidasse sono in loro e credesse che oltre quelle forti donne non vi sia più umanità. 
Ma la storia di Lynnette non è la sola che sconvolge il lettore, vi saranno le componenti del gruppo che hanno rivoluzionato tantissimo ogni vicenda. 

Le sei ragazze protagoniste sono state coinvolte, senza volerlo, in sanguinari fatti di cronaca: uniche sopravvissute a efferati assassini. Sono divenute presenze icone nell'immaginario collettivo. Con interviste alla ricerca di dettagli scabrosi e le loro storie hanno incominciato a costituire la sceneggiatura di film horror di genere slasher.
Come già citato in precedenza ognuna affronta il proprio trauma in modo differente: c'è chi ha inseguito la fama, chi si sente in trappola, chi si commisera e chi cerca di evadere dal suo oscuro passato. Ognuna delle donne si contraddistingue per il loro delineamento psicologico: Marylin elegante e educata (ma con qualche scheletro nell'armadio), Heather fragile e allo stesso tempo impulsiva, Julia furiosa con il mondo e l'autocommiserazione di Lynnette. Quest'ultima rimane a crogiolarsi su ciò che è stato, sul senso di colpa provato e su ciò che avrebbe potuto evitare di fare. Non si può vivere un'esistenza a pensare a ciò che il mostro ha compiuto, bisogna reagire e lottare con i denti e con le unghie.
Ma i mostri incominciano a bussare alle loro porte, arriverà finalmente il momento per Lynnette di passare da vittima a vera sopravvissuta?
«Gli uomini non devono prestare attenzione come facciamo noi. Gli uomini muoiono perché commettono errori. 
Le donne? Noi moriamo perché siamo femmine.»
La penna dell'autore ci descrive una violenza realista ed è il riflesso delle menti contorte dei serial killer, il tutto viene mescolato alla perfezione per rendere la lettura leggera. All'interno del romanzo troveremo anche degli articoli sui film slasher adolescenziali, basati proprio sulle storie delle sopravvissute. Hendrix si rifà molto alla cinematografia degli horror.
E' un romanzo che mi ha rapito sin dalla prima pagina ed ho fatto davvero difficoltà a metterlo giù. Ovviamente rifacendosi molto a scene crude, consiglio la lettura a persone non facilmente impressionabili. Il romanzo presenta alcuni elementi TRIGGER che possono urtare la vostra sensibilità quali: violenza, omicidio, sangue. Fondamentalmente, se sei un fan dei film slasher della vecchia scuola degli anni '70, '80 e '90, questo è proprio pane per i tuoi denti. 
Hendrix ha creato un thriller avvincente con delle note cinematografiche non indifferenti, che non solo donano al romanzo dinamicità ma anche flessibilità. Le psicologie delle sopravvissute colpiscono e ammaliano, ad ogni loro azione corrisponde una reazione e ci dimostrano che non sempre bisogna essere coraggiose contro i propri mostri. 

«Morire non è la cosa importante. 
Non è altro che un segno di punteggiatura al termine della vita. 
Ciò che conta è quello che è accaduto prima. 
Molte persone la saltano a piè pari, la punteggiatura.»
"Gruppo di sostegno ragazze sopravvissute" è un romanzo caratterizzato dalla leggerezza e dall'essere magnetico. Lo considero una lettura adatta all'estate proprio per la sua leggerezza. Il lessico utilizzato è semplice e diretto al lettore, volto proprio a colpirlo e far sembrare la lettura come se si stesse guardando un film. Invece, la narrazione seppur scorrevole in alcuni punti ho trovato delle piccole falle che hanno fatto rallentare la lettura. Ho apprezzato molto le dinamiche e i colpi di scena, ma ammetto di esser rimasta leggermente delusa per il finale mi sarei aspettata molto di più. 
L'autore si concentra molto sull'apparenza del romanzo, ovvero far sembrare di star vedendo un film. Per gli amanti del genere questa è una vera e propria chicca da non perdere assolutamente. 


E tu, sei pronto a affrontare i mostri assieme alle sopravvissute?

giovedì 15 giugno 2023

Recensione: "Le notti di Cliffmouth - Luci verdi dall'Inferno" di Mattia Manfredonia.

 Un fantasy dalla tinte cupe e tradizionali, che ribalta gli stereotipi. Mattia Manfredonia ci teletrasporta nelle terre piovose di Vespria. Il dark fantasy si mescola a degli aspetti thriller, dando luogo a un romanzo intrigato e ricco di suspense sin dalla primissima pagina. 


LE NOTTI CLIFFMOUTH - LUCI VERDI DALL'INFERNO
Mattia Manfredonia

 

Editore: Lumien
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 18,00€ Ebook 7,99€
Pagine: 456
Trama: La tempesta incombe sulla rupe di Cliffmouth. Diaboliche presenze nella nebbia e misteriose sparizioni terrorizzano gli abitanti. Alla Bruma Smeralda, l’unico luogo che sembra resistere alle forze oscure, avventori di tutte le razze indagano sui fatti occulti che infestano il villaggio: chi trama le sparizioni degli abitanti? Quali potenze si celano nella foresta con il favore della nebbia? La novizia Cordelia e l’insolita madama Hazebelle muovono i primi passi dell’indagine alla ricerca di un colpevole, guidate dai dettami delle Dame del Cordoglio, l’ordine incaricato di epurare il mondo dai Maligni, le streghe e le discendenze dei diavoli sulla terra. Il tempo stringe, altre creature camminano nella notte: wendigo, fantasmi e antichi sortilegi corrompono le terre della rupe. Quale forza oscura vuole impadronirsi del villaggio? E chi governa le verdi luci fluttuanti che sembrano provenire direttamente dall’Inferno?

Il romanzo apre lo scenario a moltissimi personaggi, in particolare la novizia Cordelia e Madama Hazebelle. La prima rappresenta proprio lo scetticismo, la voglia assopita di conoscere e scovare le tradizioni proibite. La Madama con il suo essere saggia e pacata condurrà la novizia verso un'avventura movimentata. L'autore non risparmia sfaccettature delle protagonisti, il romanzo è variopinto di personaggi singolari i quali alcuni caratterizzati altri un po' meno (sicuramente verranno approfonditi nel secondo volume di questa dilogia). Nessun personaggio è superfluo o lasciato al caso, l'autore riesce a giostrare le loro vite come se fossero i burattini di un intricato disegno. I personaggi l’elemento caratterizzante di questo romanzo dark fantasy. Tutti gli elementi sono gestiti in modo efficace così come: la caratterizzazione, varietà e originalità degli stessi. I pregi e i difetti che li caratterizzano sono essenziali per delineare dei personaggi non coloriti, ma grigi così come l'autore ce li presenta. 
Mattia Manfredonia gioca con gli stereotipi del fantasy e li capovolge. Inserisce: diavoli, orchi e nani in un contesto che ricorda molto lo stile di Lovecraft e e che di tanto in tanto ci conduce nel macabro. 
Pagina dopo pagina, con uno stile affilato dipinge il profilo di Cliffmouth, vera protagonista del romanzo. Un luogo oscuro dove luce e ombra si mescolano, luce ed ombra sembrano ormai sfiorare le pagine del nostro essere e dove tutti i cittadini sembrano nascondere degli oscuri segreti.
«Spettri, fantasmi, folletti, streghe e diavoli. Sussurri nella notte, sagome nella nebbia, orrori e ogni altra stortura che questa terra maledetta ha da offrire. Sorridete, mastro Karjack? Beh, è giusto. Per uno del Continente saranno pure assurdità, ma qui non lo sono. Ogni leggenda ha un fondamento. Ogni diceria nasconde qualche verità che il popolo ha mal digerito.»

L’autore incuriosisce, intriga il lettore e riesce a trasmettere attraverso la sua penna un’atmosfera di tensione dalle tinte horror-gotiche. Con maestria e abilità costruisce anche l'elemento enigmatico, ovvero l'indagine a cui stanno lavorando le due dame. In modo sapiente costruisce l'intrigo, lasciando ogni indizio e dettaglio sulla scena facendoci comprendere che nulla è lì per caso e che il lettore deve riuscire a cogliere i segnali. 
Così come già anticipato, nulla viene lasciato al caso e infatti il lettore si troverà di fronte a una situazione più complessa rispetto alle aspettative.
Durante la lettura capiterà di imbattersi in un elemento classico del fantasy, ma l'autore lo capovolgerà e sfaterà tutte le credenze, creando così atipia della visione classica. Interessante è sicuramente l'elemento del sistema magico, poichè vi sono delle regole alle quali si dovrà sottostare e quest'ultime saranno legate alle parole (unico vincolo). All'inizio entrare in questo grande meccanismo sarà arduo, ma ammetto che sul finale si riusciranno a comprendere molte più cose. Accadono moltissimi eventi intinti della magia, unica nota sarà un po' l'essere frastornati sul come si è raggiunti quella determinata conclusione utilizzando la magia. 

La trama cresce e si sviluppa in cinque parti e tanti capitoli. Man mano che la tensione e l’orrore crescono il lettore è costantemente intrigato dai misteri e dai colpi di scena diluiti all'interno del romanzo. La penna di Manfredonia è pungente, si rivolge al lettore senza mezzi termini. Ogni elemento è stato pianificato non solo per stupire il lettore, ma soprattutto per riuscire a stravolgere ogni credenza fatta sul romanzo. 

«Fai del dolore un motore, una vocazione, ma l'assolutezza che gli attribuisci rivela soltanto la tua presunzione.
 Il dolore, se sfruttato per mera rivalsa privata, non vale più della bramosia di ciò che aneli purgare.»

La vera protagonista della vicenda è la stessa Cliffmouth, Manfredonia si concentra particolarmente sui dettagli e nel worldbuilding per poter creare le atmosfere cupe e uggiose della cittadina.  Grazie alle descrizioni fotografiche dell'autore sono riuscita a scorgere la fitta nebbia che anela sulla cittadina e, il cielo grigio che la contraddistingue. In questo libro dalle atmosfere dark e occulte ci troveremo catapultati in una cittadina la cui ambientazione ricorda molto la parte gotica dell’Inghilterra del 800, che io modestamente amo. Essenziale è la descrizione della società, la scissione di chi vive da una parte all'altra del Mare dei Sussulti. Il worldbuilding non solo colpisce ma anche la variegata popolazione di creature che costellano queste pagine. Vi è uno studio ricercato tra i loro rapporti, la società economica e soprattutto l'alleanza di razza diverse che ci vengono presentate. 

Il lessico utilizzato è a tratti ricercato e poetico, ma spesso viene utilizzato in modo sapiente. Ammetto che ciò ha contribuito a rallentare di molto la lettura, una dei pochi aspetti che non mi hanno fatto impazzire del romanzo. La narrazione seppur lineare e descrittiva, a causa del lessico utilizzato si rischiava di incappare nella lentezza ma ciò che teneva viva la curiosità sono stati i numerosi intrighi. L'autore mette a nudo una realtà Ottocentesca tra le sue sfaccettature di pregi e difetti, ne costruisce una trama complessa e sapiente che stupirà il lettore fino all'ultima pagina. L'azione che troverete all'interno del romanzo si concentrerà nell'ultima fetta, all'inizio vi sembrerà tutto statico ma in realtà vi è la suspense che si alimenta in voi per proseguire la lettura. Un romanzo atipico e dalle tinte dark "Le notti di Cliffmouth" è un esordio di tutto rispetto e, sono molto curiosa di come andrà avanti la vicenda.

Sei pronto ad approdare a Vespria? 
Mi raccomando, non dimenticare l'ombrello!

lunedì 8 maggio 2023

Recensione: "Stelle meccaniche" di Alessia Principe.

Carne, ossa e innesti. Il romanzo di Alessia principe apre lo scenario e una realtà totalmente differente dalla nostra. Un distopico degno di nota del mondo che conosciamo rimarranno soltanto delle briciole insignificanti. Dai tratti onirici la penna della Principe ci catapulta verso un'avventura degna di essere vissuta e mettendo al centro l'essere dei protagonisti, il lettore si ritroverà invischiato in questa vicenda senza nemmeno accorgersene.


STELLE MECCANICHE
Alessia Principe

 (4-)

Editore: Moscabianca Edizioni
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 14,90€ Ebook 4,99€
Pagine: 320
Trama: La stella artificiale Meti prometteva energia eterna per il pianeta, ma dopo essersi accartocciata su sé stessa ha causato la fine del mondo per come lo conosciamo. Da due secoli la Terra è in mano agli Arcolai, una casta di potenti che utilizza i Resti, ammassi entropici di ricordi cristallizzati, come energia. La popolazione non conosce l’aspetto del sole, e la volta celeste è un ammasso di meccanismi fasulli. Uomini e donne sono sfruttati come pezzi di ricambio e forza lavoro, o assoldati come pescatori entropici di Resti. Eppure, tra le pieghe del tempo sembra esserci la soluzione. Alessia Principe crea un intreccio di voci e ricordi all’interno di un mondo che si affanna per ritrovare ordine e pace, dal passato fino al presente di Tito e Giosuè, due bambini in attesa di ricevere un trapianto, fortuna che spetta ormai ai più privilegiati. “Stelle meccaniche” racconta di desideri che per avverarsi sfidano l’entropia e il caos, e come sopravvivere a un disastro senza mai perdere di vista la propria umanità.

L'autrice tessa intorno ai propri personaggi una trama fitta e complessa, così come i loro animi. Tito, Giosuè e Miriam ( e tutti gli altri) hanno una psicologia complessa.
Diverse sfaccettature colpiranno il nostro Io più profondo, poichè determinate dinamiche ci rimarranno addosso senza lasciarci più. 
Giosuè e Tito sono i principali POV della storia, tra quelle pagine si crea e consolida la loro amicizia. Un sentimento così puro all'interno di un mondo così crudele e vasto. I bambini sono vittima di un sistema, loro non hanno colpe, e stanno aspettando quell'innesto da troppo tempo. E sarà proprio quell'attesa agognata che farà smuovere le acque ormai troppo calme da secoli. 
Allo stesso tempo il POV viene alternato con una terza voce, quella di: Miriam. Miriam è caparbia, testarda ma molto intelligente. Il suo POV è singolare poichè sono dei flashback che spiegano alla perfezione che le sue azioni hanno avuto delle conseguenze sul futuro. Proprio in quel futuro che Tito e Giosuè stanno sopravvivendo per non perdersi e non venire annientati dalla società che li circonda. Gli esseri umani sono divisi tra chi ha del talento, vivendo un'esistenza pacifica, e chi n'è sprovvisto, il quale deve sopravvivere per non esser utilizzato come pezzo di ricambi organici. Essenziale è quando la medaglia si rovescia: l'utopia di avere un talento e di vivere come ci si aspetta diviene una distopia dove il talento diviene una vera e propria forma di discriminazione. 

«Forse è una malformazione, una maledizione, non saprei.
Posso nascondermi nella mia mente, entrarci dentro e chiudermi in certe stanze.
E' un regalo di mio padre, mi piace pensare così; lui ci riusciva. E sto bene quando succede, ma non posso rimanerci troppo al lungo. Forse un giorno ti porterò lì con me.»

Ciò che colpisce del romanzo della Principe non è solo la vicenda, poichè la trama e i personaggi riescono a travolgerci ma anche l'ambientazione. Ci ritroveremo in un pianeta ben lontano dal nostro immaginario e, soprattutto da quello in cui viviamo. Abbiamo uno stravolgimento di proporzioni apocalittiche, della vecchia Terra rimangono soltanto bricioline di umani sparsi e soprattutto rassegnati al proprio destino. 
I Resti che contaminano l'aria divengono fonte di energia. Ma cosa sono questi Resti? Sono i ricordi di ciò che vi era una volta, dei ricordi forti che fluttuano in giro sul nuovo pianeta. Il mondo che avvolge il romanzo non vi è democrazia, solo ai più talentuosi è permesso di poter sopravvivere sul nuovo pianeta. Il worldbuilding che ci troviamo a fronteggiare è ipertecnologico, però allo stesso tempo tutto ciò viene legato semplicemente al ricordo del pre-apocalisse. 
«Dalla luce fu buio in un istante.»
Il romanzo di Alessia Principe non è per tutti. Il connubio di distopia e fantascienza è spesso difficile da poter amalgamare, ma l'autrice ha tessuto una trama ricca di dettagli e di elementi ricchi di simbolismo. La narrazione del romanzo è dai tratti fluidi, nonostante all'inizio abbia riscontrato della difficoltà nel procedere poichè ero confusa dai vari POV. Il lessico utilizzato è semplice ma ricercato, una vera sorpresa. Ciò dimostra un'abile maestria nel ricercare l'attenzione del lettore. 
Ciò che ammalia non è solo la vicenda, ma anche le psicologie dei personaggi. I quali sembrano così reali da poter stravolgere il nostro mondo e non solo. "Stelle meccaniche" è un romanzo fatto di speranza, rassegnazione, disperazione e ingegno. Un libro che colpisce e arriva fin dentro l'essere del lettore, lasciandolo a fine lettura con la speranza di qualcosa di più. Come già citato, la trama colpisce e ammalia. I colpi di scena sono dosati e calibrati, l'autrice vi terrà fino alla fine col fiato sospeso e la speranza nel cuore.


Atmosfera steampunk, innesti e tanta voglia di vivere. Aiuterai Tito e Giosuè?