domenica 30 gennaio 2022

Recensione: "Il regno dei Malvagi" di Kerri Maniscalco.

Emilia e Vittoria sono gemelle, discendono da un importante stirpe di streghe. Sin da piccole il loro scopo era quello di seguire la luce, e non farsi ammaliare dalle tenebre di si circondano esseri come i "Malvagi". Ma il loro equilibrio verrà spezzato, ed Emilia verrà a conoscenza di oscuri segreti che cambieranno per sempre la sua vita. Le tenebre non sono mai state così ammalianti per la giovane protagonista.




IL REGNO DEI MALVAGI 
Kerri Maniscalco

 (3.50)

Editore: Mondadori Oscar 
Formato: Copertina Rigida 
Prezzo: Rigida 20,00€ 
Pagine: 372
Trama: Emilia e Vittoria sono gemelle; appartengono a una delle tredici famiglie di streghe nascoste a Palermo ma, come tutte, stanno bene attente a celare la loro vera natura. Per questo lavorano da Mare e Vino, il rinomato ristorante di famiglia, come due normalissime ragazze. Una sera, però, Vittoria non si presenta al lavoro. Sarà proprio Emilia a trovare il cadavere profanato della sorella. Distrutta dal dolore, decide che farà di tutto per scoprire chi sia il brutale assassino e vendicarla. Anche a costo di usare la magia nera, da tempo messa al bando. Anche a costo di allearsi con Ira, uno dei sette Principi dell'inferno, i Malvagi. Fin da quando era piccola, le hanno sempre detto di guardarsi da loro, ma Ira giura di essere dalla sua parte, e di aver ricevuto l'incarico di risolvere il mistero degli omicidi che stanno insanguinando la Sicilia. Ciò che Emilia dovrebbe ricordarsi è che, quando si ha a che fare con i Malvagi, niente è come sembra.

Emilia a causa della morte della sorella sembra sprofondare nel baratro. Vi è una netta discrepanza col suo personaggio iniziale e quello che verremo a conoscere lungo la lettura. Emilia è stata sempre coerente, seppur all'inizio, con le sue azioni e con le lezioni di vita che la hanno portata a ciò che è ora. Ma questa fase di rottura arriverà e il suo essere verrà scosso da emozioni contrastanti e febbricitanti. La voglia di vedetta è molta. E le azioni che compierà saranno più che disdicevoli. 
Il personaggio di Emilia ha una psicologia spiccata ma allo stesso tempo vi è la necessità di dover empatizzare con lei. Molto spesso non ho apprezzato la spigolosità delle sue azioni e soprattutto le decisione prese. É il classico personaggio che "o si ama o si odia".

L'incontro con il Principe degli Inferi, Ira, non è del tutto casuale. La sua psicologia abbozzata ci fa intendere la sua astuzia e crudeltà, ma d'altronde stiamo parlando di un Principe degli Inferi. L'autrice ci dona molte informazioni sul suo aspetto fisico, il classico Bello e dannato ma questa volta seriamente!
Il rapporto dei due è altalenante. Vi sono delle basi che potrebbero farci sperare in qualcosa di davvero molto di più che un semplice rapporto di sopportazione. Ma cos'hanno in comune una strega e un Principe degli Inferi? Assolutamente niente! Se non capire cosa sta accadendo al mondo e al Mondo dei Malvagi!
Rivelazioni e colpi di scena. Nulla sarà mai come sembra. 

«Non ho mai voluto che si arrivasse a questo, bambina mia.
Ma le mani del destino esercitano la loro magia.
Chi siamo noi, se non semplici marionette mosse dai loro fili cosmici?»
Molto interessante è la personificazione dei sette vizi capitali attraverso i Principi dell'Inferno. Infatti ammetto di essermi sentita completamente ammaliata dall'idea proposta dalla Maniscalco. In questo volume non li incontreremo tutti, ma giusto qualcuno e ci dimostreranno la loro potenza.
Il personaggio di Ira sicuramente l'ho prezzato particolarmente. I suoi silenzi, la sua influenza sugli uomini e soprattutto i suoi poteri. All'inizio non ne ero pienamente convinta, ma sulla fine mi sono proprio ricreduta. La psicologia sia dei personaggi principali che quelli secondari viene lasciata in secondo piano. Avrei sicuramente preferito un aspetto psicologico molto più approfondito, ho trovato un accenno alle psicologie e spero che ciò si evolva nel prossimo volume. 

Una pecca davvero evidente nel romanzo è sicuramente il worldbuilding. L'autrice non definisce un'ambientazione, sappiamo solo che siamo a Palermo. Non conosciamo l'epoca in cui si svolge l'azione, ma penso proprio sia l'800.
Il romanzo è contrassegnato da stereotipi molto forti sugli italiani, come per esempio l'amore per cibo. Conosciamo ben poco dei luoghi dove Emilia affronterà la sua avventura. Infatti anche qui mi sarei concentrata di più su questo fronte, a volte ho percepito una ripetitività delle azioni compiute dai protagonisti. Mi sarei aspettata molto di più su questi punti appena citati. 

«Leggere un buon libro era di per sè un potentissimo incantesimo, 
il tipo di magia a cui potevo abbandonarmi senza correre rischi.» 
La narrazione è semplice e lineare, non posso negare che la lettura del romanzo mi abbia intrattenuta. Il lessico è diretto e dal tono colloquiale, mi sarei aspettata maggiore attenzione per quanto riguarda l'ambientazione dell'epoca. La componente mistery credo sia quella che mi abbia particolarmente intrattenuta, a differenza della piccola parte romance (anche se avevo già capito come sarebbe andata a parare). Nonostante queste falle, anche a livello della trama a tratti ridondante, credo che questo viaggio assieme a Emilia e Ira può continuare. Il finale devo dire proprio che mi ha incuriosito, e sono fortemente convinta che il primo romanzo sia quasi di passaggio per qualcosa di molto più grosso. 


E tu sei pronto/a ad affrontare un Principe degli Inferi? Le tenebre non sono mai state così confortevoli.

1 commento:

  1. La presenza di stereotipi un po' mi preoccupa, ma in fondo credo che potrebbe essere una lettura divertente...
    Penso che lo proverò, prima o poi! ^____^

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