giovedì 15 novembre 2018

Review Party: "Tu sei parte di me" di Bosco, Caboni, D'Urbano, Greco, Sànchez, Scotti e Sparaco.





Salve lettori, oggi sul blog vi porto un libro in cui è trattato un tema molto importante e attuale... Ovvero il rapporto tra madre figlia. Già si sa, e si vive sulla propria pelle, che il rapporto con la madre non  è mai semplice, ma nonostante le incomprensioni e i problemi (significanti o insignificanti) il rapporto è molto profondo da poter risultare indissolubile.


 Info:
Titolo: Tu sei parte di me
Autore: Bosco, Caboni, D'Urbano, Greco, Sànchez, Scotti e Sparaco
Casa Editrice: Garzanti Libri
Collana: Narratori moderni
Pagine: 250
Formato: Cartaceo/ Ebook
Prezzo: Cartaceo 17,90€/ Ebook 9,99€
Sinossi: Nulla può spezzare quel legame che si crea per nove mesi quando è solo un piccolo filo ad unire. Nulla può spezzare quel legame che si fa ancora più forte quando finalmente le mani si stringono e ci si sente al sicuro l'una nell'altra. Gli anni passano, le paure si modificano, i baci e gli abbracci cambiano il loro sapore. Gli anni passano e si diventa amiche, complici, confidenti. Si piange e si ride insieme. A volte la parola «insieme» fa paura e ci si ritrova nemiche, rivali. Si dicono parole che bruciano dentro e si chiudono porte che non si apriranno mai più. Ma si resta per sempre madri e figlie. Per sempre.

Le varie autrici di questa raccolta di racconti ci presentano un quadro chiaro e univoco del rapporto madre - figlia. Molto spesso correlati da passati oscuri della propria madre oppure sfociando in situazioni realmente accadute, e che possono essere vissute nel quotidiano. Ognuna delle scrittrici ci presenza varie "tipologie" di madri, da quella menefreghista a quella che progetta e teme il futuro della propria bambina. 
Ma le nostre protagoniste, ovvero le figlie, non sempre riescono a rispettare i canoni dettati dalla figura che le affianca. Infatti un tema ricorrente nella raccolta, è proprio l'inadeguatezza di queste ragazze, le quali vorrebbero rompere gli schemi e vivere la propria vita a pieno.

"Non ero mai stata una grande figlia lo ammetto.[...] Ero sempre stata una figlia normale per quello che il termine "normale" può suggerire. 
 Ogni racconto ha un filo conduttore, oltre all'amore di una madre per la figlia (e viceversa). Le autrici  ci descrivono non la famiglia tradizionale, ma un'unità familiare in decadenza o formata solo da madre e figlia. Una cosa che particolarmente non ho apprezzato, nonostante sia un romanzo tutto al femminile e tratti di temi molto delicati. Ma speravo che almeno in un racconto prendesse piede anche la figura paterna, ovviamente non in maniera onnipresente (visto il tema del romanzo stesso) ma almeno che fosse una parte rilevante per la storia.


"E continuerò a ripeterlo perché il silenzio è una barriera inutile, mentre l'amore è complicità e condivisione."
Uno dei messaggi di questo libro, a mio parere, è: l'essere madre. Ma cosa significa la parola madre? La parola madre deriva dall'accusativo latino "matrem", secondo alcuni studiosi la presenza della lettera "m" in questa parola è dato per essere facile da apprendere dai bambini. La figura materna è qualcosa che ci accompagnerà tutta la vita, anche perché è stata lei stessa a donarcela.

Essere madre non è affatto semplice, infatti ogni racconto di questa raccolta ce lo fa identificare in ogni sua sfaccettatura. Ogni bambina vede nella propria mamma la propria supereroina, la propria roccia e l'amica su cui può far sempre affidamento. Ma ci sono periodi particolari nella vita di una donna, come quello di star diventando genitore, che devono essere vissuti in maniera molto "delicata" e in particolar modo se la persona in questione non ha un compagno su cui far affidamento. E quindi cosa fa? Cerca di sopravvivere e lo deve fare in particolar modo per quel piccolo esserino che porta nel grembo. Questa rappresentazione l'ho percepita e vissuta nel racconto di Cristina Caboni, "La donna di ghiaccio", e nel racconto di Evita Greco "Siamo noi la nostra casa".

"Un figlio dovrebbe rappresentare un legame, ma la mia realtà è diversa.
Questo bambino è solo mio." 
Per un genitore i figli sono il bene più prezioso, questo pensiero lo possiamo ricollegare un'antica frase latina "Haec ornamenta mea" che letteralmente significa "Questi sono i miei gioielli" detta dalla madre dei Gracchi (per saperne di più vi lascio il link, click qui )
La scrittura di ogni racconto è diversa e struggente, in alcuni si riusciva a sentire il dolore della protagonista e le angoscie da lei provate. Ammetto che è stata una lettura abbastanza "turbolenta", poiché essendo diversi stilisticamente molto spesso lo "stile" della scrittrice non riuscivo a comprendere in modo chiaro cosa volesse comunicare.
Nel racconto di Valentina D'Urbano ho amato la protagonista e mi so fatta padrona delle sue emozioni e del sul suo "voler essere magra" che per lei era sinonimo di bellezza. Il finale di questo racconto sorprende e ti lascia un sorriso sulle labbra, pensando se sia realmente accaduto. Come ho già detto il rapporto di madre - figlia è trattato in tutte le sue sfumature, come se lo vivessimo ogni giorno accanto a nostra madre.

Un romanzo dai tratti particolari e tutto al femminile, e voi siete pronti a immergervi nelle vite delle varie protagoniste?


VALUTAZIONE LIBRO:






Prodotto fornito dalla Casa Editrice: Garzanti Libri. 

4 commenti:

  1. Concordo su tutto, è molto particolare <3

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    1. Sono felice di condividere con te queste opinioni 💖

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  2. Anche io ho reagito allo stesso modo quando ho letto il finale del racconto della D'Urbano! (Grazie per aver partecipato 💖💖)

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