venerdì 6 ottobre 2017

La biblioteca di Sabrina

"Pensò che quel corpo era soltanto suo, che se le andava poteva pure distruggerlo, devastarlo con segni indelebili o lasciarlo rinsecchire, come un fiore strappato per capriccio di un bambino e poi lasciato appassire a terra."
- La solitudine dei numeri primi.
Parlare di un libro che mi ha segnato e mi ha accompagnato il suo ricordo e pensiero fino a questo momento, rende me essere un po' di parte. "La solitudine dei numeri primi" ha segnato particolarmente la mia vita, l'ho letto in un periodo molto singolare. I protagonisti principali della storia sono Alice e Mattia, sono due personaggi molto particolari. Destinati a camminare uno di fianco a l'altra come due rotaie, ma si sa che non s'incontreranno mai. Alice e Mattia portano dentro e fuori di sé segni di un passato terribile fatto da segreti ed oscure sofferenze. La scrittura semplice del romanzo fa appassionare di più il lettore. L'autore con le sue parole e con la sua attenta analisi della vita dei protagonisti riesce a far appassionare chi legge pagina dopo pagina. Si rimane sempre con la voglia di conoscere e di sapere. I personaggi sono quasi reali si riesce persino a vederli nella quotidianità. Poi dalla semplicità dei primi capitoli per poi arrivare ad una scrittura più fine ci fa capire la stessa complessità della vita di Mattia ed Alice. Personaggi criptici li definirei, sono segnati da cicatrici del passato, Alice l'ombra di se stessa e Mattia con la sua personalità oscura. Destinati ad appartenersi, ma a non aversi mai realmente... Il libro mi ha trasmesso mille emozioni mi sono trovata davanti ad un muro dopo averlo letto, mi ha lasciato così tanto che ancora oggi alcune nozioni le tengo per me. Che cosa c'è da dire in generale, che il romanzo può essere uno che ami o che odi, è uno di quei libri che almeno una volta nella vita bisogna leggere. A differenza dei numeri primi i personaggi godono di libero arbitrio ma forse per mancanza di coraggio, rimarranno con la voglia di intrecciare le proprie vite. La frase trattata è stata estrapolata da un contesto molto particolare. Come ho già detto il libro tratta di tematiche che sono molto attuali, come ad esempio l'anoressia e l'autolesionismo. Queste tematiche sono conseguenze dell'emarginazione sociale o di oscuri segreti, una persona indotta all'autodistruzione per l'accettazione di se stesso. Sono argomenti che ancora oggi avvengono nella nostra società, ovvero la solitudine e l'emarginazione che convivono nella nostra vita.
Se prendiamo la teoria dei numeri primi applicata al romanzo (foto in allegato), ognuno o chi si sente in codesta maniera l'applicherà alla propria vita. Il non sentirsi omologati alla massa, il sentirsi soli in mezzo a tanta gente è questo il significato principale oltre a non potersi relazionare con qualcuno per mancanza di coraggio. Ognuno di noi nasconde un segreto o una parte di sé che ha paura di mostrare agli altri, un passato che si vorrebbe cancellare ma che porterà per sempre. I protagonisti del romanzo sono così vicini ma anche cosi lontani da non potersi sfiorare, proprio come i numeri primi. Il libro ci fa capire che ognuno di noi può affrontare il proprio passato con la consapevolezza di essere più forte, e di alzarsi dal luogo in cui si è caduti con la voglia di rivoluzionare se stessi.



"Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno. Ma lei non stava più aspettando.
Sorrise verso il cielo terso. Con un po' di fatica, sapeva alzarsi da sola."
-Paolo Giordano

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