venerdì 25 giugno 2021

Recensione: "Il Montacarichi" di Frédéric Dard.

Un noir che lascia il lettore senza fiato sul finale. Dard ci presenta così il suo "libricino", un romanzo di sole centoquaranta pagine. Dove il lettore non riuscirà a credere a ciò che sta leggendo.Tutto ruota alla Vigilia di Natale negli anni 60', il protagonista Albert si troverà di fronte a un bivio. Chi ha ucciso quell'uomo? E come mai la signora Dravert è così misteriosa?


IL MONTACARICHI
Frédéric Dard

 

Editore: Rizzoli Libri
Formato: Copertina Flessibile & Ebook
Prezzo: Flessibile 17,00€ Ebook 9,99€
Pagine: 139
Trama: All'interno di un cortile parigino adibito a legatoria, un montacarichi conduce all'appartamento di Madame Dravet. A qualche strada da lì, una sera di Natale dei primi anni Sessanta, Albert Herbin, appena uscito di prigione, è solo al tavolo di un rinomato ristorante della città. Qui i suoi occhi incontrano la signora Dravet, che siede insieme alla figlia. La donna è bellissima. In maniera del tutto imprevedibile e altrettanto efficace, l'uomo riesce ad accompagnare a casa la donna, che infine lo invita a prendere il montacarichi con lei per un ultimo bicchiere nel suo appartamento. È lì, al secondo piano di questo stabile per metà abitazione e per metà fabbrica, dove l'attrazione tra i due sembra essere destinata a concludersi sul comodo divano del salotto di Madame, che Albert si troverà avvinto a fatti concitati, legato al destino della signora Dravet, coinvolto in una conturbante vicenda.

Albert Herbin appare sulla scena con un passato oscuro alle spalle. Non sappiamo perchè lui sia partito dalla sua città natia, e soprattutto non abbia potuto salutare sua madre prima che morisse. Così come ci viene presentato, Albert, non ha un profilo psicologico delineato alla perfezione. Anzi è proprio l'uomo imperfetto per eccellenza. 
Quando pian piano conosceremo il suo essere, saremo bramosi di conoscere quel passato fumoso che si porta sulle spalle. Ma con mio rammarico, l'autore non si è soffermato molto a delinearlo. Quello che mi verrebbe da dedurre sul personaggio principale è sicuramente una di quelle personalità alla ricerca di un appiglio. Una di quelle persone che per sopravvivere necessitano dell'amore, in modo bisognoso ma talvolta anche patologico. 
D'altro canto la signora Dravet, è enigmatica e allo stesso tempo affascinante. Cosa ci fanno una bella donna e una bambina la Vigilia di Natale tutte sole? 
Il personaggio femminile è rappresentato in modo da sedurre il lettore, con le sue frasi brevi e a volte molto fuorvianti. Allo stesso tempo ci troviamo travolte dalle innumerevoli domande, su di lei e del suo passato. 
Essendo un romanzo di centoquaranta pagine, mi sarei aspettata maggiore introspezione psicologica da parte dell'autore nell'introduzione della storia. Qualche informazione in più legati ai loro ricordi ma soprattutto ai loro vissuti. 
La penna di Dard è a tratti surreale per le vicende che coinvolgono i due protagonisti, infatti all'inizio mi sono ritrovata particolarmente spiazzata da alcune azioni del protagonista. Non riuscivo a comprendere questo sentimento che gli gonfiava in petto, nonostante avesse visto la donna per alcuni istanti. 

L'ambientazione di una Parigi nel pieno della Vigilia, ci sembra surreale. Vederla cosí vuota e coi bar e ristoranti pieni, come in un film in bianco e nero ci sembra malinconica. 
Infatti con il worldbuilding, seppur poco accennato, ho avuto la possibilità di vagare con la fantasia e dare forma a ciò che circondava il protagonista. 
Suspense, sentimenti e disperazione si mescolano alla perfezione per creare questo romanzo. All'inizio ci vuole qualche pagina per entrare nel pieno del ritmo della storia, il quale sarà sempre un crescendo. A metà romanzo ho incominciato a collegare alcuni avvenimenti, ed è qui che mi ha lasciato spiazzata la componente noir del romanzo. 
Facendomi riflette che tutto ciò che vediamo non è mai come sembra. Contraddizioni e colpi di scena sono all'ordine del giorno, e per gli amanti del genere non ci si può che perdere in questa piccola chicca. 

Un romanzo fatto di sentimenti forti, di cui si sente parlare soltanto in televisione ma anche di vendetta e ingegno. Non avevo mai letto nulla di Dard, e sinceramente nonostante alcune pecche e scelte surreali del romanzo non posso fare a meno di denotare la sua fluidità. La narrazione è lineare, le pagine scorrono velocemente e allo stesso tempo le domande che ci porremo sono molte. Il lessico utilizzato è sicuramente colloquiale, come un flusso di pensieri ripercorriamo passo passo la storia. Il tutto è narrato attraverso Albert, che ci fornirà degli elementi chiave durante il romanzo. 
Leggendo mi è sembrato di star vedendo un film tipo degli anni 60', e nonostante tutto, mi rendo conto di esser rimasta ammaliata e incuriosita dalla scrittura di Dard. 
Il finale a sorpresa mi ha lasciato letteralmente senza fiato, mai avrei immaginato un epilogo simile. Come già anticipato, i colpi di scena sono calibrati alla perfezione e s'incastrano tra le parole del libro. 

Chi è la signora Draver, ma sopratutto cosa nasconde? Albert sarà in grado di scoprirlo?

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