sabato 3 novembre 2018

Recensione: "La falena dalle ali d'ombra" di Francesca Di Maro."

Salve lettori, finalmente il week end che è utile per leggere e studiare. "La falena dalle ali d'ombra" è ogni persona introversa e timida. La scrittura di Francesca Di Maro vi sorprenderà e vi farà viaggiare dentro la mente di un "serial killer seriale". Ma non è un comune omicida, lui uccide tutte le sue vittime mentalmente e assieme a Valentine, il nostro protagonista, entreremo in un vortice senza fine fatto di insicurezze e violenza.




Info:
Titolo: La falena dalle ali d'ombra
Autore: Francesca Di Maro
Genere: Narrativa
Editore: Bookabook
Pagine: 405
Formato: Cartaceo/ Ebook
Prezzo: Cartaceo 16,00€/ Ebook 5,99€
Sinossi: C’è una cittadina, piccola e pallida, e c’è un fiume che la taglia a metà. Valentine Kain abita lì, in un quartiere popolare in cui la sua inadeguatezza passa inosservata. È un attore, ha ventotto anni, un aspetto anonimo, un paio di occhi penetranti e una mente piuttosto confusa. Vive una quotidianità in apparenza poco interessante, ma la sua insolita storia è segnata da qualcosa di sinistro: una lunga serie di omicidi. Valentine uccide da quando era bambino, e lo fa senza particolari restrizioni: compagni, insegnanti, attori, mendicanti, la sua stessa madre, così cinica ed egocentrica da venir assassinata ripetutamente.
Già dalla trama possiamo intuire la vita di Valentine. Il quale nella prima parte del libro vive come un fantasma. Come se ogni cosa della vita gli scorresse addosso senza lasciargli nessuna emozione e/o ricordo. Valentine è il figlio che avrebbe dovuto seguire le orme del padre o diventare medico, è il figlio che è stato sopravvalutato ma appena la sua "natura" di persona introversa è venuta fuori è come se la sua famiglia lo vedesse come un rifiuto umano. L'odio e il dolore per questa situazione interminabile, lo porta sin da bambino ad uccidere ma non fisicamente, ma come ho anticipato precedentemente, lui uccide mentalmente. Riesce a immaginare una morte lenta e dolorosa o veloce e indolore per chi ha contribuito ad arrecargli della sofferenza.


"La violenza dei pensieri era l'adrenalina che muoveva i suoi gesti."
 Lui il principale protagonista dell'opera teatrale, ha il ruolo dell'Amleto. Credo che la scelta da parte dell'autrice di trattare quest'opera non è del tutto casuale. Noi leggiamo all'inizio un monologo di quest'ultima e nel finale, proprio dove il colpo di scena non manca, leggiamo un monologo di Valentine. A fine lettura mi son domandata: ma se il protagonista stesso stesse inscenando un'opera teatrale a sua volta?

"Mi chiamo Valentine Julian Kain, e sono un assassino. La mia non è una è pulsione psicopatica e non uccido su commissione[...] Si potrebbe dire che la mia è una sorta di missione, affidatami da un Dio in cui non credo, ma che onoro."
 Valentine decide di sparire, ma forse sparendo ha cercato di fuggire da sé stesso. Nella seconda parte con l'arrivo dell'amore, cosa che lui ricercava disperatamente, la lettura seppur fluida diventa statica. Ora è il lettore stesso a veder passare la vita di Valentine davanti ai suoi occhi come uno spettatore. Questo particolare mi ha lasciato un po' interdetta, tant'è che ho faticato a leggere il libro. 

Con l'arrivo di Wendy nella vita di Valentine tutto cambia. Non ha più pulsioni omicide e quella malinconia che si portava addosso sembra esser sparita. I due si completano e vivono la loro storia con passione e sempre alla ricerca di piccole passioni. 

"Pensava a lei anche quando le stelle gli riempivano la testa e il cielo era così basso che gli schiacciava i sogni."
 Wendy cerca di renderlo felice, ma proprio sul finale quando la ruota della fortuna sembrava esser dalla loro parte... Arriva il colpo di scena, che lento e inesorabile ti consuma dentro e ti fa rimanere incollato per le ultime quaranta pagine.

Valentine riassapora la paura e la malinconia che fino a quel giorno gli erano sembrate dei lontani ricordi. In quel  momento capisce di essersi macchiato di un reato che nemmeno la dolce Wendy saprà tollerare. Le sue fantasie omicide sono diventate reali? O è solo tutto frutto della sua immaginazione? 

"Si portò dietro un paio di rimorsi e la paura di cascare di nuovo in quella monotonia, in quella subdola assenza di avventura camuffata da felicità."
Come una falena che si avvicina alla fiamma, anche Valentine cercava la luce ma in questo caso della felicità. Ma perché un titolo così: "La falena della ali d'ombra"? A mio parere ognuno di noi può aver vissuto o vive dietro nascosto nell'ombra, come la falena che cerca il calore, noi per andare avanti dobbiamo ricerchiamo ciò che ci rende felici. 

"La falena dalle ali d'ombra, che altro non era che la sua anima, o addirittura la rappresentazione di tutte le anime, sorelle, gemelle, aliti identici di un'unità superiore." 


Ho trovato la scrittura dell'autrice fluida e le descrizioni conferivano alla storia dei momenti "fotografici". Quella che mi è piaciuta meno è la seconda parte, con l'arrivo di Wendy non riuscivo più a percepire quel brivido che avevo mentre leggevo. Quindi se pur a fatica, ho apprezzato molto il libro. Francesca Di Maro ci regala un personaggio insolito e attraverso la sua vita ci dona sensazioni inspiegabili. Mi sono sentita molto nei panni di Valentine, specialmente negli attimi che precedevano i suoi "omicidi". La vita di Valentine ci scorre tra le pagine, lo vediamo mutare e crescere fino a diventare l'uomo che ha sempre sognato... Ma la fortuna non sta dalla sua parte, e si ritroverà catapultato in una realtà "surreale" dove la sua misera esistenza potrà essere distrutta definitivamente.
Ho trovato il finale molto particolare e studiato, anche se in alcuni punti molto frettoloso quasi che non si vedeva l'ora di concludere il libro. E' un romanzo da vivere appieno, come uno spettatore che va a vedere un'opera teatrale.

Voi siete pronti ad affiancare Valentine nei suoi omicidi? O avete paura che questi pensieri vi portino sull'orlo della follia?
 
VALUTAZIONE LIBRO:
 

 Prodotto fornito dalla casa editrice "Bookabook".

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